Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
no. allora se poni - come devi - l'ordine sociale come costante
io non devo una cippa, e l'ordine sociale non è mai costante, comunque;

, devi anche ricavarne la conseguenza che attraverso la selezione si possono "ottimizzare" le prestazioni all'interno della società.
è l'idea di prestazione auspicabile ad essere discutibile;
l'osservazione ti dice una cosa, incontrovertibile: chi comanda sul pianeta ? l'essere umano; in cosa è specializzato e ha prestazioni ottimali l'essere umano in confronto al mondo animale ? in nulla; corre e nuota meno del predatore e della maggior parte delle prede; resiste meno a tutte le circostanze ambientali estreme in cui sopravvivono altre specie "ottimizzate" per selezione;
persino il dato della salute, dell'intelligenza e dell'equilibrio di carattere penalizzano le razze selezionate da endogamia, nei cani come nei cavalli; e, ovviamente, nelle persone: cretinismo e malattie fisiche e mentali ereditarie la fanno da padrone nei contesti fortemente endogamici;


la morale ti posso assicurare, per esperienza personale, che non è conseguenza dell'educazione. l'uomo è sempre autodeterminato. se nasce bene è più probabile che viva "meglio" di uno scarsamente dotato a livello "naturale" ma che è stato educato in certo modo. poi con le discipline sportive sei fissato. ad oggi le discipline sportive vengono praticate dai cc.dd. "infiniti", e sono truccate come il calcio.
non sono fissato io; lo sport è una delle attività in cui puoi misurare le performance in modo preciso e su campioni numerici importanti; la morale no;

si. il concetto di "razza" è tale da suscitare sentimenti contrastanti, ma fu proprio questa la sua forza. si sarebbe data qualunque cosa pur di essere considerati di razza pura, perché all'epoca la "ricchezza" non era fatta di soldi ma di valore personale, individuale. se io dico che la nazione tedesca merita di dominare il mondo perché è di razza pura, allora, ovviamente con una propaganda "martellante" posso instillare nel popolo un movimento tale da mobilitare le sue forze migliori nell'ottica della vittoria, prima economica all'interno, poi militare all'esterno. come peraltro accadde immancabilmente. non so se mi spiego.
certo che ti spieghi;
il punto che sollevo, però, è quello dell'efficienza di quella descrizione ideologica, la quale, infatti, si è dimostrata inefficiente, perché retrograda, di seconda mano, non credibile nel reale contesto in cui si pretendeva di farla valere; mi spiego con un esempio:

il pangermanesimo bismarckiano della Kultur, poco razzista e in modalità "aperta", era efficiente, credibile, perché corrispondeva alle reali percezioni e livello culturale di quell'ambiente ed epoca, di prima mano; puntualmente, ha avuto successo;
al contrario, il razzismo di Hitler nasceva già "vecchio", come rimasticamento di un'ideologia esoterica e marginale di mezzo secolo prima; per i più, il popolino, non in grado di valutare criticamente i concetti espressi, la percezione era quella di una riedizione aggiornata del pangermanesimo bismarckiano; ma anche quello stesso popolino, nel momento in cui l'ideologia arrivava nelle loro case a sopprimere i figli malati;

ma i borghesi istruiti, i militari e, in generale la classe dirigente, pure nazionalista, ha dovuto sopprimere o tacitare la propria cultura diffusa per accettare quella prospettiva, col risultato di una scarsa performance, che ha causato l'insuccesso; banchieri e industriali consapevoli dei rischi di una determinata politica, militari consapevoli dell'importanza degli Oppenheimer e dei Teller che sarebbero tuoi, ma cedi al nemico, rivelano una condizione che predispone all'insuccesso, all'azione con riserva mentale;
e parliamo dei dirigenti; tutto questo si può rimuovere razionalmente, ma non al momento delle scelte, quando ci si perde nell'obbedienza;
a che ti serve Rommel se non può essere Rommel - Paulus, Kleist, ecc... - e decidere ciò che è più opportuno in quella circostanza, ma obbedire ad un caporale ?
dai e dai, questa diventa l'emulazione di una fede; oggi puoi trovare qualche idiota che creda davvero nel paradiso con le 72 vergini per il martire dell'Islam; ma perché una persona di valore ci creda, serve l'emulazione di una fede, una circostanza troppo mediata per essere di massa, perché la vita quotidiana del musulmano medio si consuma in una realtà troppo analoga alla nostra, contaminata irreversibilmente, così come la realtà tedesca era pienamente nella modernità, nonostante lo sforzo ideologico per collocarla in un ambiente fittizio ed emulativo di stati mentali arcaici;


ma anche la religione "spiega". il problema è che il fondamento "epistemologico" della scienza e della religione è lo stesso. anche per osservare batteri al microscopio serve una buona dose di fiducia, così come nella religione. dice perché? perché l'occhio umano, il senso della vista, non è oggettivamente in grado di operare una percezione esatta, ossia uguale per tutti. ecco perché einstein la pensava in un modo, bohr in un altro, galilei in un altro ancora ecc. anche "lo scientismo" ha i propri dogmi di fede, solo li chiama in un altro modo, cioè "assiomi", "postulati", "principi" e così via.
no; ti manca il punto essenziale:
ciò che la scienza postula è per definizione falsificabile in modo sperimentale; cioè, Einstein può essere smentito dall'osservazione sperimentale e in quel caso è tenuto a ricredersi;
la religione, al contrario, postula essenzialmente qualcosa di non dimostrabile, né confutabile, e cioè un'intelligenza antropomorfa all'origine della creazione, contrapposta ad un meccanicismo del caso;
l'osservazione del comportamento degli elettroni misura e si impone, anche a chi avrebbe opinioni e tesi diverse, sulla base di elementi fattuali;
niente di fattuale può invece imporsi a livello religioso;

questa è una delle funzioni e neanche la più importante.
per l'individuo, sì;
poi, c'è la funzione storico scientifica, che spiega le migrazioni e le mutazioni, ecc...