carissimo. io te lo dico: hai una confusione in testa che dio solo sa...
detto ciò la questione ovviamente non è tecnica, per il fatto stesso che chi la giudica tale non è, nella gran parte dei casi, un tecnico. non sono tecnico io e non lo sei neanche tu.
allora sull'evasione. io dalle mie parti come ti dicevo, so di imprese che campano con le banche, che a dirla tutta, sul piano dei denari di cui dispongono, sono simili a "filiali" delle poste, perché quei soldi sono pubblici. insomma i politici locali, o sedicenti tali, si mettono d'accordo e fondano una banca che però per il fisco è ovviamente una cooperativa, il che è tutto dire. ora le imprese che abbiamo, se si proietta il dato che ti propongo su un "range" di comuni con più o meno 15.000 abitanti, come quello in cui vivo, sono una decina a comune. queste imprese fanno il paio con le banche e con queste ultime "foraggiano" il consenso a quei politici che, cmq sia, rispondono ad altri politici, che raccolgono voti per altri politici ancora ecc. ecc. ora, "aprire" al mercato non è possibile perché noi italiani, ed è un bene, non abbiamo "il senso" del rischio, del mero "profitto", ecc. e ti posso assicurare che l'economia "in nero" è quella che fa leva su "bisogni" più "profondi" di quelli meramente economici, cioè fisici, insomma di salute, di sopravvivenza, ecc.
guarda: se cominciamo a considerare il piccolo imprenditore come qualcuno che è utile, anche allo stato, e non un criminale, allora ci possiamo trovare. se per te evasione vuol dire non pagare le tasse, è un conto. se invece per te vuol dire che lucrare sul lavoro altrui deve essere considerato un crimine, primi fra tutti dai politici, perché contrario alla cristianità, e al materialismo dialettico, allora capisci che non ci si trova. purtroppo le piccole imprese in italia sono nate da poco tempo. prima c'era lo stato. quindi capisco che è un po' come voler insegnare il mercato negli orfanotrofi rumeni. però insomma se non ci si prova, non ci si riesce. ecco.
si, guarda: facciamo i buoni pasto, come una volta.
allora. so che tu a volte scherzi. però ti ripeto che è un problema di livello economico. cioè i paesi ue c'hanno i soldi perché lavorano, e non solo perché c'hanno le sigarette e i biglietti della fortuna. se tu passi da voler concorrere con la romania a voler concorrere con la francia, allora quest'ultima anche se è "corta" te lo mette. ecco. le aziende francesi, mettiamo, sono così sviluppate da investire, a titolo di "multinazionali", nei paesi in via di sviluppo per farli "crescere". in italia a quanto ne so non abbiamo multinazionali. ecco: chiediti perché.
si. ovviamente quelli che pagano sono sempre i datori di lavoro. ma se io mantengo mettiamo 15 dipendenti, e gli pago contributi assicurazione e "straordinari", poi quello che guadagno, che è ovviamente "poco", per quanto detto, lo devo "versare" allo stato e così "campare" altri dieci dipendenti pubblici? ma il limite no? e so 70 anni porcaccia la miseria...
ma servirebbero tutte 'ste cose? non hai "una casa"? direbbe il prete...
si. ma quelli "non vedono l'ora" di pagare le tasse in italia. sono tutti là che aspettano di pagare le tasse "al posto nostro"...
si. e tutto quello che scrivi è possibile. ad una condizione: che si paghino le tasse. chi le paga ste tasse? le paghi tu. no perché io come dicevo sono "nullatenente". anzi mo faccio na cosa: metto il contabilizzatore sul pc, anziché sul termosifone...
si. ma io partirei dal debito che si contrae con "la nascita". se già alla nascita si potessero pagare le tasse, sarebbe già qualcosa. insomma ci troveremmo in pari prima dei trenta. ecco. però sempre gli altri. non il prossimo: la francia.
allora. sugli avvocati. quelli veri sono più rari dei "farmacisti". sulla lunghezza dei processi, beh, ti regoli di conseguenza...abbi pietà...