Stiamo facendo confusione sui termini.
Per "ribellione adolescenziale" non si intende necessariamente lo scontro genitori-figli o le liti tra genitori e figli. C'è ribellione (o ci dovrebbe essere) anche se i genitori sono comprensivi e non sono troppo rigidi e, quindi, non ci sono rotture o scontri verbali.
Il concetto di "ribellione" è "ribellione psicologica" e significa: non riconosco più la tua autorità e la tua visione del mondo. Gli adolescenti si sentono parte di un gruppo, di una squadra, che è quella dei loro coetanei e la squadra rivale è rappresentata dagli adulti e dai genitori: non si parla e non si tratta con la squadra rivale. Il genitore con le sue regole e la sua visione del mondo è il nemico.
Questa è la "ribellione psicologica" che deve esistere anche se non sfocia in ribellione fisica. Se non sfocia in ribellione fisica tanto meglio...significa che sei stato un padre comprensivo e aperto.
Tuttavia la "ribellione psicologica" verso i genitori e la loro visione del mondo deve esistere comunque. E se non esiste o viene repressa, non c'è crescita psicologica.
Allo stesso modo, nella crescita spirituale occorre passare attraverso la fase della "ribellione"...ribellione contro ogni visione precostituita del mondo. Ribellione a ogni dogma, a ogni fede e a ogni chiesa. Senza questa fase di ribellione non c'è crescita spirituale.






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