Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
Ma fammi il piacere, nessuno si sottoporrebbe a ciò che hanno subito molti credenti, che si sono spesi per il prossimo e per la causa di Dio, per avere come premio la vanità di ritenersi una brava persona!
invece è proprio così;
forse è la tua personale biografia che ti limita e predestina a fraintendere; ma se tu usassi un minimo il tuo raziocinio, potresti vedere qualche indizio, dal momento che in effetti tutte le dottrine testamentarie, coi rispettivi limiti operativi e "politici" alla fine sostengono la mia tesi;

sentirsi una brava persona può diventare vanità se manca il dubbio e l'autocritica, se si rivendica come superiorità morale sugli altri;
ma - purché i comportamenti siano adottati con gratuità e per intimo convincimento, senza aspettarsi nulla in cambio - è il premio della comunione con Dio;

se credi alla giustizia dei Comandamenti, non fai nessun sacrificio, perché niente vale di più; non è che non rubare o non uccidere, non dire il falso sono sacrifici; se li avverti come tali, vuol dire che in cuor tuo vorresti rubare, uccidere o dire il falso, e non avverti alcuna spontanea ripugnanza per quei comportamenti;
obbedisci solo per timore, o per la convenienza di ottenere qualcosa in cambio;

a prescindere dai sentimenti personali, per le religioni testamentarie c'è anche il problema di "marketing" - che se vuoi fare il predicatore riguarda pure te - di attribuire la prerogativa di "giusto" a un dio che lascia morire i bimbi di leucemia e "punisce" gli innocenti, come in effetti avviene;

se non ridefinisci il "premio" e lo sostanzi in qualcosa che le circostanze non ti possono sottrarre, hai dialetticamente perso in partenza, come predicatore, intendo;
per restare proprio terra-terra, tu trovi un portafoglio con dentro qualche centinaio di euro di un povero pensionato e li restituisci;
potresti essere appagato dal sollievo di quel poveretto, e ringraziare Dio di averti messo in condizione di non desiderare qualcosa - tenerti i soldi - che genera sofferenza nel prossimo; anche questa è una forma di egoismo;

quello che ti ispira la circostanza, è la vanità; se credi, non è del tutto sbagliato; ma allora, è vanità pure quella del martire, e allora davvero siamo nel nichilismo pieno; altro che sentimento religioso; quindi, il tuo criterio della "vanità" in effetti azzera il pregio morale di qualsiasi cosa, ivi incluse quelle che predichi tu;


Sei completamente fuori strada e postuli posizioni insostenibili per qualsiasi persona, mentre non muovi un dito per fare qualcosa per il prossimo, ma solo per portare avanti la causa dell'ateismo e della calunnia verso gli inviati di Dio e la sua Parola scritta.
guarda che a me non interessa fare il predicatore di niente, né passare per benefattore, probo o altro;

qui sto facendo solo il riassuntino-Bignami di temi teologici noti a chiunque sia andato a scuola col cervello acceso e abbia voluto minimamente approfondire un po';
lo faccio solo per condividere certe idee con persone che qui frequento da tanti anni e alle quali in qualche modo sono affezionato;

non è che se Cono approfondisce certe questioni diventa meno cattolico, o crep meno credente, visto che si tratta di pensieri già organizzati nell'ambito delle rispettive modalità di fede; in alcuni casi, faccio notare alcune contraddizioni, che non sono colpa mia, ma fatti esegetici, storia;

alla fine, di un discorso che mi fa un credente o predicatore, mi interessa solo il contenuto precettizio, cioè: cosa mi chiedi di fare o non fare come cose buone e giuste, e perché ?

non su questioni teologiche, ma su temi concreti, di morale corrente: che devo fare con uno che coscientemente mi chiede di aiutarlo a morire, perché soffre troppo ? c'è qualcosa di male se due donne si sposano e allevano un figlio ?
perché sulla proprietà e il semaforo siamo tutti d'accordo, e il nome di Dio quindi viene invocato a proposito di quei temi concreti ed "eccedenti";

il resto è fuffa, perché tanto la morale di un credente, come quella di un non credente, sono comunque fondate su assoluti auto-assertivi, come le tue rivelazioni, a cui credi tu ma non altri.