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Discussione: Condizione femminile: Costanza Miriano...e le altre

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  1. #30
    Costanza di qua, Costanza di là, Costanza di sopra, sotto, a destra, a sinistra...non mi dilungo in quali altri posti potrebbe esserne utile/coadiuvante la lettura, o...la pagina scritta (opportunamente stropicciata e ammorbidita ). Che costanza, pero'....

    E di un'altra filosofa, scrittrice...mistica francese, considerata da Paolo VI una delle persone più influenti della sua vita....Simone Weil, @conogelato, hai letto qualcosa? Ne hai, almeno, sentito parlare?...No, non la ex-presidente del parlamento europeo: quella é Veil, con la V semplice.
    Ecco i link. Testi originali. Sei poliglotta, anche nel gallico idioma, mi pare.

    https://classiques.uqam.ca/classique...racinement.pdf
    https://classiques.uqam.ca/classique...r_et_grace.pdf


    E cosa dice, in poche parole, la Weil (No, non ho la familiarità di chiamarla Simona o Simonuccia)?

    Per Simone Weil, la donna non è definibile a partire da categorie biologiche o sociali statiche, ma va pensata come persona in relazione a un ordine trascendente. Contrariamente a ogni visione essenzialista o ideologica, Weil rifiuta di assegnare alla donna un’identità “di ruolo” (madre, sposa, angelo del focolare), perché la vera dignità dell’essere umano, quale ne possa essere il genere, risiede nella sua capacità di attenzione, di accoglienza del bene e di sottomissione al reale.

    Nel suo pensiero troviamo una critica profonda alla reificazione dell’umano in tutte le sue forme. La donna è spesso, storicamente, doppiamente schiacciata: sia dalla forza materiale del potere (che la opprime), sia da un’illusione spirituale che la inchioda a ruoli mitizzati. In L’enracinement sua opera fondamentale, Weil denuncia le “false radici” che legano le persone a strutture oppressive, inclusi i miti della nazione, della famiglia e del lavoro, e questa analisi è estendibile alla condizione femminile: la donna, per essere libera, deve riconoscere e sottrarsi a queste mistificazioni.

    La vera emancipazione, é accesso a una verità impersonale , quella del bene, che trascende il genere. E così deve essere anche la condizione femminile: non dominio, ma libertà attraverso la giustizia e la luce dell’attenzione.

    Copia conforme o copincolla della onnipresente Costanzina?
    Non mi pare proprio:
    Se confrontiamo la visione della donna di Simone Weil con quella di Costanzella, propostaci e copincollata ovunque ed in tutte le salse, l’antitesi è netta. Direi, ossimorica. :mmh?: Per Weil, la sottomissione autentica non è adesione a un ruolo, né tanto meno obbedienza a un ordine patriarcale: è un atto interiore di svuotamento del sé, per fare spazio alla verità e al bene impersonale. Al contrario, la proposta di Costanziella, per quanto infiocchettata e ben mediatizzabile alla salsa di fede cristiana, reintroduce una teologia dei ruoli che Weil avrebbe giudicato una caricatura spirituale.

    Per Simone Weil, la donna non si realizza accettando un posto “nella creazione” secondo schemi prestabiliti (moglie, madre, aiutante), ma solo nella misura in cui diventa soggetto attento, capace di rinunciare all’ego senza rinunciare alla libertà. Ne "La pesanteur et la grace", scrive:
    "Ce qui est sacré, bien au-dessus de la personne, c’est l’ordre du monde.
    L’ordre, la beauté du monde, est le reflet de la sagesse divine.
    Accepter cet ordre, c’est obéir à une nécessité impersonnelle.
    C’est cela la vraie soumission. Non à l’homme, mais à Dieu à travers l’impersonnel.
    "
    “Ciò che è sacro, ben al di sopra della persona, è l’ordine del mondo. L’ordine, la bellezza del mondo è il riflesso della saggezza divina. Accettare questo ordine significa obbedire a una necessità impersonale. Questa è la vera sottomissione. Non all’uomo, ma a Dio attraverso l’impersonale.”

    La visione di Costanzuccia, invece, punta (subdolamente) a "sacralizzare" la disuguaglianza, naturalizzando ruoli storicamente imposti come se fossero eterni.

    Simone Weil non propone ribellione, ma de-creazione: un atto spirituale profondissimo, che non ha nulla a che fare con il sorridere obbedienti al marito. La donna non è “vocata alla sottomissione” , ma solo, come ogni essere umano, alla verità.
    Ed è solo lì che si salva.
    Quindi criticando qualsiasi etica fondata sulla subordinazione personale non é né un copincolla, né una copiaconforme dell'illustre prossima Santa Costanza-bis.*

    E come diceva quel tale:"Cosi' é ( se vi pare)."

    *(il Mausoleo, sulla Nomentana a Roma, già ce sta)
    Ultima modifica di restodelcarlino; 29-07-2025 alle 15:18

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