Occhio che la giustizia è femmina, vedi Dike e Atena:hehe:
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Occhio che la giustizia è femmina, vedi Dike e Atena:hehe:
cioè, sta deficiente sostiene che la donna sarebbe biologicamente meno moralmente autorevole dell'uomo, e trova pure un seguito;
non mi va di cercare le statistiche, ma credo che gli uomini che commettono reati siano molte volte la misura delle donne;
davvero, l'idiozia è un abisso senza fine;
certo, così se un bischero ha trovato bravo qualche portiere argentino, si trova Maradona e lo mette in porta :asd:Citazione:
Non so se sei esperta di calcio, ma la "missione" di una squadra è fare gol. Ora, il merito di un gol non è solo del centravanti, ma di tutti, anche di chi gli ha crossato il pallone, anche di chi difendendo lo ha sottratto all'avversario....
In una Famiglia accade la stessa cosa. Tutti sono utili, a patto di giocare ognuno nel proprio ruolo.
Non le fare troppi complimenti:DCitazione:
sta deficiente
-
Assolutamente d'accordo su tutto.
E sono d'accordo anche sul fatto che uno prima di buttarsi in qualcosa deve essere conscio delle proprie forze. A Me sarebbe piaciuto imparare a pilotare elicotteri, ma ho problemi di vista che non mi danno accesso a determinate carriere. Ne ho preso atto e ovviamente non ho percorso quelle strade, anche se mi sarebbe piaciuto.
Minchia, ma veramente.
Sta cosa che l'autorità debba essere appannaggio dell'uomo e l'accoglienza delle donne mi fa accapponare la pelle.
Anche perché fa parte della stessa ideologia patriarcale secondo cui la donna deve pensare alla casa e ai figli e l'uomo a portare a procacciare il cibo. Troppa gente è ancora ferma ai tempi delle caverne.
La cosa grave è che, se vai un po' sui social, è pieno di gente che ancora si fa traviare da questa mentalità antiquata. Anche giovanissimi. Invece che evolvere, torniamo indietro. :wall:
Scusate la mia giullaraggine. Non conosco né romanzetti di Liala , né la versione "social-familiare" dell'ultimo "mito copincollereccio" di cono.
Posso suggerire "Il secondo sesso" di una tale Simona del Belvedere?...Si, per chi conosce il francese : "Le deuxieme sexe" di Simone de Beauvoir.
Non copincollo, ma riassumo:
L’emancipazione della donna passa per la liberazione dalla funzione “familiare” imposta. Solo quando la donna potrà scegliere se essere madre, moglie, amante o nessuna di queste cose, e solo quando potrà essere persona prima che ruolo, allora sarà davvero libera.
occhio, perché qui ti sfugge la gravità del genus ideologico:
il patriarcato che ci vedi è un assetto pragmatico e - in buona misura - funzionale e condiviso, piaccia o meno; a noi occidentali in una certa misura scandalizza, ma lo percepiamo come negoziabile ed emendabile;
ma la qualità ideologica dei carismi non è pragmatica, ma tassonomica; non si fonda su un criterio elastico di opportunità, ma su un principio di determinismo biologico, tipo razzismo gerarchico, col genere al posto della razza;
col patriarcato si afferma che conviene un certo assetto, ma si accetta che in via di principio siamo pari; sì, per la gente comune va bene la tradizione, ma tra le elites non è uno scandalo la donna competitiva e potente;
mentre coi carismi si sovverte il principio - per me, non-negoziabile - di uguaglianza per nascita; nel patriarcato, se tu sei forte e ti imponi, hai un certo margine di auto-determinazione;
coi carismi, in via di formulazione generale, no; vieni limitata nella capacità formale per il fatto di essere nata donna, indipendentemente dalle tue capacità e decisioni;
guarda che è un'enormità sotto il profilo ideologico; dalla Rivoluzione francese, finito il Nazismo, è l'unica ideologia che postuli un determinismo biologico-morale che intende produrre gerarchie.
occhio, perché qui ti sfugge la gravità del genus ideologico:
il patriarcato che ci vedi è un assetto pragmatico e - in buona misura - funzionale e condiviso, piaccia o meno; a noi occidentali in una certa misura scandalizza, ma lo percepiamo come negoziabile ed emendabile;
ma la qualità ideologica dei carismi non è pragmatica, ma tassonomica; non si fonda su un criterio elastico di opportunità, ma su un principio di determinismo biologico, tipo razzismo gerarchico, col genere al posto della razza;
col patriarcato si afferma che conviene un certo assetto, ma si accetta che in via di principio siamo pari; sì, per la gente comune va bene la tradizione, ma tra le elites non è uno scandalo la donna competitiva e potente;
mentre coi carismi si sovverte il principio - per me, non-negoziabile - di uguaglianza per nascita; nel patriarcato, se tu sei forte e ti imponi, hai un certo margine di auto-determinazione;
coi carismi, in via di formulazione generale, no; vieni limitata nella capacità formale per il fatto di essere nata donna, indipendentemente dalle tue capacità e decisioni;
guarda che è un'enormità sotto il profilo ideologico; dalla Rivoluzione francese, finito il Nazismo, è l'unica ideologia che postuli un determinismo biologico-morale che intende produrre gerarchie.
E quindi se la missione educativa deve essere paritetica, non sono paritetici anche i genitori?
Tu pensa che in famiglia ero io quella che "se dice una cosa è quella!" e a ribadirlo era spesso mia figlia, a suo padre, per ricordargli la mia autorevolezza.
Ma ti assicuro che sono anche comprensiva e accogliente, oltre che decisa e consapevole.
Credo sia stato il collegio - ecclesiastico - a darmi questo imprinting. Collegio che scelsi io di frequenatare e che, già all'epoca, era all'avanguardia per modernità - pensa che avevo una preside fantastica, una romanaccia. iper pratica e per nulla talebana, con un'apertura mentale superiore.
Quindi il padre propone valori (la madre non ne ha di valori? La donna è un essere inferiore e di basso spessore, poverina: ma per nascita, per scelta, per imposizione sociale o investitura divina?). Del resto restando sempre chiusa in casa che strade vuoi che conosca? E che possa, di conseguenza, indicare?
Quindi la madre, in tutto questo ruolo di squadra, quale ruolo giocherebbe (a parte portarselo in grembo 9 mesi, partorirlo, accudirlo, perderci forse e sonno, insegnargli a camminare, parlare, diventare autosufficiente, accompagnarlo a scuola, seguirlo nei compiti, seguirlo nelle varie attività formative post scolastiche, ... tutta roba pratica, manovalanza.
Mentre il padre, l'autorevole, si dedica a cosa esattamente?
Chi ha l'autorità? E da cosa deriva?
Credo sia molto più autorevole una madre che si fa in mille che un padre che filosofeggia.
"Si fa così", "Si fa cosà", "Si deve pensare così", "Non si deve pensare cosà".
Certo, due genitori paritetici, che fanno le cose con rispetto e coscienza, senza imporre nulla ma comportandosi a modo, sono decisamente più educativi di altri due "arruolati" pro genere, pro mission, e magari non pro quota.
Il padre padrone è fuori moda da parecchio. Appartiene a un'epoca in cui si facevano ragionare i figli con la cinghia e a scuola erano permessi ceffoni e bacchettate.
La madre sottomessa idem. Forse in alcune culture, dove si negano ancora i diritti base alle donne e dove la sovranità patriarcale governa su basi religiose, non sociali.
L'esempio del calcio, riferito a una famiglia non calza. I figli non sono goal.
La vita non è un driblig contro qualcuno per fare rete nella propria metà campo. I ruoli del calcio sono definiti e specialistici: prova a mettere un portiere a fare l'attaccante e poi vediamo come finisce.
Nell'educazione dei figli nessuno è portiere, attaccante o difensore.
Si è tutti centrocampisti. Si dà ciascuno il proprio per aiutare il figlio a trovare la sua direzione. Che poi faccia goal nella porta di sinistra o in quella di destra è giusto che sia una sua scelta.
Perchè un essere umano che non viene educato a scegliersi la sua strada da solo sarà un uomo senza apertura mentale e senza senso critico. Un giocattolo nelle mani dei poteri forti, delle fake news e di ciò che non conosce. Schiavo di convinzioni altrui e senza una sua personalità definita.
Il padre che descrivi tu è un manipolatore, non un educatore.
E a guardare bene sembra anche un sessista, autoritario (non autiorevole).
Mmmmhhhh...che poi qualcuno la toglie dal surgelatore. Meglio la disintegrazione:)
I tentativi nella vita:D
https://youtu.be/yuQ1WMp_nPU?si=5igbVNg3MfSS19FR
È l'esatto contrario invece! Non si tratta di stabilire cosa possa o debba fare la Donna, cosa possa o debba fare l'Uomo: chiaramente tutto. Si tratta invece di creare e assecondare l'Armonia fra i due universi, fra le due diverse sensibilità femminili e maschili...
Continuiamo pure con la metafora calcistica: perché esistono i ruoli? Perché a ciascuno viene assegnato il compito verso il quale è più portato naturalmente? Pelé non lo potevi mettere in porta, Zoff non lo potevi schierare centravanti. Se non recuperiamo i Carismi, le stupende e meravigliose peculiarità femminili e maschili, entrambi (l'Uomo e la Donna, il Padre e la Madre, il Marito e la Moglie) non si riconosceranno più. Infatti oggi la crisi di genere, la crisi dei rapporti affettivi muove proprio da questo: una gigantesca confusione di ruoli!
L'errore sta nel plurale, caro Cono.
Sono proprio i ruoli a fare danni.
I principi della pedagogia spiegano perfettamente quale deve essere il ruolo dei genitori.
Si basa tutto su: parità, asigmetria e unanimità e li vede sullo stesso piano (immagino che i permessi per allattamento dati al padre siano una cosaccia da pervertiti per chi non ha una visione paritetica della coppia... pazienza, la civiltà prosegue, lenta ma prosegue).
Se poi vuoi dire che c'è pieno di persone che non sono equilibrate e hanno personalità disarmoniche, che riflettono nel loro agire (educazione dei figli inclusa) è un altro paio di maniche.
Ma non si può sentire che il padre fa una cosa e la madre altre (tanto peggio inferiori per valore e per Valori).
Quindi, forse, sarebbe meglio, prima di sposare certe tesi pseudo accademiche e leggere testi su certe materie, possederne le basi, aver ben chiari i principi e i significati dei termini.
Guarda Cono che sopra il portiere lo hai messo in campo... (rileggiti) Hai cambiato idea? Io come direttore sportivo non ti prenderei.
Ah, a proposito, qualcosina di calcio ci capisco. Non perchè lo segua (sono più attirata da golf ed equitazione), ma semplicemente perchè ho un cugino che fa il direttore tecnico e ogni tanto mi aggiorna sul suo mondo.
Cono, il problema sono proprio i ruoli. Ognuno il suo ruolo nel mondo e nella vita lo assume in base a quelle che sono le sue attitudini, e quelle non dipendono dall'essere maschio o femmina. E' questo che non vuoi metterti in testa e che ti porta sempre fuori strada. Non esistono ruoli precostituiti.
No Astrid, il plurale lo abbiamo perso! Prevale purtroppo il singolare, oggi come oggi. La lotta dei singoli, l'individuo e non la comunità. E questo in ogni campo: la famiglia, il lavoro, lo sport...
Se fa tutto la Donna non va bene, se fa tutto l'Uomo idem non va bene. È necessario trovare un'alchimia, un equilibrio, un'armonia fra i sessi capace (sola) di far funzionare tutti i meccanismi della società. In questo senso non esistono ruoli di Serie A e ruoli di Serie B: esistono i ruoli, tutti egualmente importanti.
È ciò è particolarmente vero in famiglia, dove i genitori agli occhi dei figli devono mostrare unità e mutua partecipazione.
"Il coraggio di dire NO sembra diventato inconcepibile. Non so per quale intreccio di motivi culturali, la scontentezza dei bambini ci è diventata intollerabile ed eliminarla dal loro orizzonte sembra una priorità. Qualsiasi tipo di sofferenza, anche quella sana, anche la frustrazione di ricevere dei NO.
Invece i NO, se detti con un certo disegno, rassicurano i figli: li fanno stare bene. Dopo il capriccio, se non hanno ottenuto quello che volevano, in realtà si sentono in una botte di ferro. I miei genitori sanno il fatto loro, pensano, sanno quello che dicono. Questo mondo, sconosciuto e nuovo, acquisisce una logica, un senso. Non è il caos. I bambini, all'inizio della loro esistenza, cercano limiti e riferimenti certi, come un cieco cerca un muro. Vivendo nel buio totale, spiegava la psichiatra Giuliana Ukmar, per loro è molto più spaventoso trovare il nulla che trovare un muro: l'ignoto fa più paura"
COSTANZA MIRIANO
Ma come Cono, prima mi dici che ciascun genitore ha un singolo ruolo e poi mi dici che "il plurale lo abbiamo perso".
Mettiti d'accordo con te stesso.
Dici che uno deve fare una cosa e l'altra altre e poi te ne esci che sono tutti e due uguali.
Cosa c'entra il coraggio di dire No?
Il coraggio di dire no (che poi coraggio... è una questione di consapevolezze e di coerenza, non di coraggio), che cosa caspiterina c'entra con il ruolo dei genitori?
Se vuoi parlare di personalità e carattere personali è una cosa diversa dal ruolo dei genitori (intesa come coppia educativa).
Le regole pedagogiche, per poterle trasmettere ai figli, si devonon possedere in coppia, condivise, e devono essere applicate in coppia.
Non sarà che tu, Cono, spesso giri le frittate perchè non sei abbastanza padrone della terminologia dell'ambito a cui ti riferisci?
Un modo efficace per discutere tematicamente è evitare le citazioni altrui, cercando di sfruttarle come voce propria.
Pensa che persino in giurisprudenza, spesso, l'interpetazione, anche tra principi del foro, è oggetto di diatribe infinite.
Ora tu immagina una situazione analoga tra un esperto e un neofita.
Ahi voglia a trovare la quadra quando uno dice "E' un pero" e l'altro dice "No, non è vero, Tizio dice che è un melo".
Cono, l'alchimia, in una coppia, non è tra i sessi, ma tra le persone, in base a quelle che sono le loro singole peculiarità, che non dipendono dal fatto di essere uomini o donne. I "ruoli da uomo" e i "ruoli da donna" non esistono, sono invenzione del patriarcato. Esistono individui che se stanno insieme e fanno una famiglia hanno ovviamente un proprio equilibrio. Non che l'uomo guida e gli altri eseguono.
Si possono usare tutti i termini che vogliamo, la sostanza rimane: quando dico che abbiamo perso la pluralità educativa voglio sottolineare che oggi manca proprio il gioco di squadra, Astrid. La donna, la madre, tende a invadere terreni non suoi. L'uomo, il padre, tende a defilarsi e a non prendersi le sue responsabilità. Tanti conflitti di coppia nascono purtroppo da questa dinamica.
Non sei sposata e non sei mamma: eppure pretendi di stabilire te come dovrebbe essere....
Voglio farti allora una domanda: il disorientamento dei nostri ragazzi, le loro precoci depressioni, le loro ansie e incertezze da cosa derivano? Non sarà che questa confusione di ruoli, questo mischiare continuamente le carte li ha mandati inevitabilmente in crisi? Te non sai i danni che può provocare una madre autoritaria e un padre silente. Una madre che detta lei le regole in famiglia e un padre che lascia fare.
è intelligente e sensibile, oltre ad essere figlia;
comunque, è una bella gaffe la tua, visto che attribuisci l'autorevolezza in materia al clero, il quale, a fidarsi, manca ancora di più di esperienza di Dark, che ha passato la giovinezza in una convivenza di 17 anni;
i giovani - da quando esiste la categoria autonoma, circa 70 anni - sono sempre stati irrequieti e depressi;Citazione:
Voglio farti allora una domanda: il disorientamento dei nostri ragazzi, le loro precoci depressioni, le loro ansie e incertezze da cosa derivano? Non sarà che questa confusione di ruoli, questo mischiare continuamente le carte li ha mandati inevitabilmente in crisi? Te non sai i danni che può provocare una madre autoritaria e un padre silente. Una madre che detta lei le regole in famiglia e un padre che lascia fare.
secondo me, gli eventuali danni che vedi non dipendono dalla pretesa "confusione dei ruoli", ma proprio dal motivo primo dell confusione, e cioè il potere, i ruoli stessi;
lo sciopero non è la causa del disagio e disordine; la causa è l'iniquità contro la quale si sciopera;
se la famiglia fosse un luogo mediamente risolto e felice, si riprodurrebbe spontaneamente; tutti abbiamo la propensione a seguire esempi felici; ma, se quella famiglia dei carismi viene rifiutata, è perché felice non è;
qui, questa cosa la sentiamo più o meno tutti, o quasi.
.
Stavo per aggiungere gente che non n fa:D, ma non è vero nemmeno quello:mmh?:
Sono scioccata.:look:
Quindi , ogni qualvolta, qualcuno che non ha figli propri mette il becco sull'argomento lo fa a sproposito, senza qualifica, senza esperienza e quindi senza diritto di parola?
Dunque, preti, vescovi, frati e suore in testa non dovrebbero aprire bocca in merito, giusto?
O loro hanno la dispensa papale per permettersi di poterlo fare?
Giusto, anche il Papa non dovrebbe. Forse Innocenzo VIII, Alessandro VI, Giulio II, Paolo III e Gregorio XIII lo potevano fare perchè avevano figli noti a tutti. Magari quelli che li avevano nescostamente no... giusto er salvare la facciata pontificia?
Pur di voler dimostrare che si fa a modo tuo sei disposto a proferire assurdità inammissibili.
Credimi Cono sono scandalizzata dalle tue parole.
Non meriti più replica.