Citazione Originariamente Scritto da vapensiero Visualizza Messaggio
Secondo me non compio errori di metodo storico, mentre ho la sensazione che tu gridi alla scoperta dell'acqua calda. Ovvero, per farmi rilevare l'errore di metodo, applichi una distinzione netta tra: le usanze rurali di quei tempi e la religione, come se la stessa non fosse stata pensata, orchestrata e divulgata da quegli stessi uomini "rurali" che tu insisti nel separare dai concetti religiosi. A mio modo di vedere, quello su cui dovremmo dibattere � questo: perch� dopo tanti millenni manteniamo in'alterate certe discrasie, pur comprendendo che sono, con certezza lapallisiana, razziste e umilianti per la condizione umana delle donne?
in realt�, gli errori che compi sono diversi:

a) il primo � di natura concettuale:
confondi, la religione, il culto, con la precettistica e la dottrina; per restare su ci� che conosciamo meglio, e considerando attendibili i Vangeli, nel Cristianesimo il culto � quello di Cristo risorto per redimere i paccati del mondo e diffondere la Buona Novella e l'amore per il prossimo;
i precetti e la dottrina sono il risultato dell'elaborazione umana storicamente determinata, e che conducono a risultati assai difformi dal messaggio cristiano, con infinite, millenarie e tortuose peripezie teologihe, fino ai grandi scismi, ecc...

questo errore � comprensibile e tipico della nostra educazione religiosa amministrata dal clero cattolico, che oscura la nozione delle altre dottrine cristiane;
in realt�, il Cattolicesimo � l'unica confessione monoteista ove figura un'autorit� teologica suprema, mentre nell'ambito della Riforma, ma anche islamico (gi� molto articolato e diviso di suo) ed ebraico, non vi � uniformit� di lettura delle relative scritture, ed ogni corrente le interpreta a modo suo nell'evoluzione dei tempi; col che, hai sette di fanatici e integralisti, accanto a correnti liberali ed evolutive;

b) l'altro errore � quello di metodo, nell'attribuire un vincolo di causa-effetto, nel tuo caso relativo alla condizione femminile:
ad osservazione storica e antropologica, la variabile dirimente per la condizione femminile di subordinazione � la natura rurale-proprietaria-militare della societ�, ove le religioni di cui trattiamo sono state elaborate e partorite a sacralizzare quei vincoli sociali:

dove la societ� � essenzialmente rurale e proprietaria, la conquista e difesa diventano fondamentali, assegnando all'elemento maschile un'automatica supremazia politica, sancita dai precetti religiosi, non dal culto in quanto tale, che invece si colloca ad un livello diverso;

se noti, la principale evoluzione della dottrina cristiana, ossia la Riforma protestante, che abolisce l'autorit� papale e pone il primato della coscienza come elemento centrale, giunge e si sviluppa proprio accompagnando le societ� nordeuropee al culto della Libert� individuale e del contratto sociale sol Sovrano, in Inghilterra, Olanda, nei paesi scandinavi e poi negli Stati Uniti;
mentre manca di affermarsi in quelle societ� dove resta predominante il ruralesimo e la sua organizzazione piramidale, come in Italia, Spagna, con Francia, Germania ed Europa centrale terreno di sanguinosissime guerre politiche di religione, durate oltre 100 anni;

la condizione della donna non � determinata dalla variabile del culto in s�, bens� dalla natura della societ�, che promuove le donne in misura inversamente proporzionale al grado di militarizzazione; infatti, in via generale, le societ� dove vigono pari opportunit� di genere in misura maggiore e modalit� pi� organica sono quelle che hanno una pi� lunga tradizione pacifista e soprattutto commerciale, perch� il criterio di efficienza economica tende a ridurre le distinzioni di genere.