Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
Ma se sei sempre te a dire che la Società e il Bene Comune non esistono? Che esistono le Persone e i loro diritti? Perchè altrimenti quì bisogna intendersi, Axe.
appunto; forse mi sono spiegato male io, confidando troppo:
io non dico certo che la società non esiste; ho scritto che essa non è un entità uniforme, come fosse un'individualità, ma un insieme di individui e/o gruppi, i quali sono in perenne conflitto sociale e culturale tra di loro, da sempre;
e che quello che tu chiami Bene Comune non è affatto "comune", ma solo ciò che una parte identifica come "proprio" bene a scapito di quello altrui, ma racconta quell'assetto come Bene;


il proprietario di schiavi considerava quell'ordine come pregiato, moralmente fondato, e degrado il tentativo di scardinarlo; c'era un'ideologia morale che per secoli è apparsa sensata e morale, e che argomentava persino in modo compassionevole, sostenendo che lui avrebbe trattato quelli, che schiavi restavano, meglio di come sarebbe avvenuto in una società paritaria; tanto per dire, lo schiavismo delle società cristiane, si fondava su una nozione di carisma: si diceva che il negro, per sua natura, non era in grado di esercitare liberamente il dominio sui suoi istinti, e per tanto, per il suo bene, sarebbe stato meglio in condizioni di schiavitù; la stessa cosa si diceva dei contadini, volendo negare loro il diritto di voto;

ma, vista dalla parte dello schiavo o di quei contadini, la cosa non era certo soddisfacente;

Per me la Società è come il mare. E' pursempre fatto di gocce, il mare! Io non ti vengo a dire fidànzati, sposati e fai cinque figli. Non lo posso dire a te e non lo posso dire a nessuno.
come non lo vieni a dire ? lo dici eccome; nel momento in cui sostieni che questa è una via moralmente pregiata e, di conseguenza, bolli come egoista, edonista, non seguirla, stai esprimendo un giudizio morale categorico su chi si conforma e chi no;

se io dicessi che fare quanti figli si vuole, senza limitazioni, fosse immorale perché siamo troppi, non ti avrei personalmente nominato, ma avrei comunque espresso un giudizio di immoralità verso una categorie in cui sei incluso; e tu avresti tutti i buoni motivi per rispondermi;

Posso però postare 24 pagine di Forum dove, a chiare lettere, molti illustri pensatori moderni concordano col pensiero della Chiesa: Non siamo fatti per vivere soli. Non siamo fatti per non avere figli. L'allarme economico dell'Istat e dell'Inps va a braccetto con l'allarme etico della cristianità: Questo è indubbio! Fare spallucce e dire "chissenefrega...sono solo opinioni, io continuo a fare come mi pare", ti rende però complice. Complice del disastro.
ma io non faccio affatto "spallucce"; prendo una posizione e dico che quelli si sbagliano; sono in disaccordo, se non altro con la tesi del "disastro";

quello che a te o a loro appare tale, per me è comunque una necessaria fase di transizione tra un equilibrio di valori e un altro;

per essere chiari, quelle manifestazioni di egoismo ed edonismo in una certa misura le vedo anche io; ma le considero manifestazioni secondarie e transitorie, ma necessarie, di reazione ad un ordine comunitario sentito come ingiusto e insostenibile;

tu consideri la febbre come il "male"; io la considero come la reazione dell'organismo per espellere la causa di quel male; la mia non è indifferenza, ma semplicemente una diversa e motivata valutazione della realtà sociale; posso anche sbagliare; ma non mi puoi certo attribuire indifferenza;
io ritengo che quel rifiuto del modello di valori, famiglia e società che tu consideri "male", degrado, ecc... sia il necessario percorso di transizione verso altro, dovuto proprio all'insostenibilità di quel modello; tu non sarai d'accordo e io rispetto la tua idea; ma non puoi impormela come un fatto, perché non lo è;

semmai, qui chi fa "spallucce" è proprio chi indica un male ma si sottrae alla responsabilità di intervenire in positum su quelli che sono comunque conflitti: ti faccio un esempio "neutro", non riconducibile a idee religiose, così eliminiamo una parte di incomprensioni;

io considero un male, indesiderabile, il gioco d'azzardo diffuso, i pensionati che si bruciano i loro pochi soldini al gratta e vinci o con le slot machines; qui, si determina un conflitto tra valori, la libertà di disporre dei propri averi come meglio si crede, e una circostanza oggettiva di disagio sociale, che per me non implica un giudizio morale sul gioco in quanto tale, sia chiaro;

tuttavia, io, ponendomi comunque un problema, potrei sostenere un divieto di quelle forme, per un motivo funzionale, oggettivo, di ordine pubblico, argomentato, esattamente come sostengo il divieto di droghe che danno dipendenza;

e ciò, nonostante i tanti problemi che questo pone, visto che l'alcol è tra queste e dovrei proibirti il vov, visto che non posso controllare quanto ne bevi; se tu ti giocassi lo stipendio ai gratta e vinci io potrei intervenire a tutela della tua condizione oggettiva di rischio-povertà, come circostanza socialmente indesiderabile, che richiede un intervento che in qualche modo limiti la tua libertà; non per una censura morale sul gioco;

analogamente, chi consideri determinati comportamenti un "male", deve necessariamente attivarsi per vietarli in concreto, argomentando la cosa; altrimenti fa esattamente "spallucce", chiacchiera; le chiacchiere non costano nulla, non richiedono impegno, non costano conflitti, ma illudono chi le propala e l'uditorio di essere nel giusto; e io considero le illusioni e i giudizi facili un male, per esempio;

se consideri un male non sposarsi e non fare figli, DEVI esporti in senso obbligatorio; altrimenti il risultato sarà solo quello di mostrare l'inconsistenza delle tue obiezioni;
perché è solo al dunque, all'obbligo, che il conflitto di valori tra scelte individuali e benessere sociale che si manifesta la natura di un precetto, che in effetti è solo la legge a riordinare in modo coerente e sensato; o, almeno, così avviene nella maggior parte dei casi, in cui essa dirime il conflitto tra diverse esigenze soggettive.