aspetta, perch� qui compi un classico errore di metodo storico, attribuendo a tesi un "vincolo della continuazione"ad elementi di genus diverso;
a) la religione: se non distingui una teologia dalla precettistica e dalle relative prassi storicamente concretizzate, anche il Cristianesimo (o l'Islam, che � una dottrina bellissima e affascinante) che � indubitabilmente una dottrina di per s� filantropica e amorevole, � segnato da 1500 anni di mostruose violenze e aberrazioni, assolutamente legittimate dalla dottrina amministrata; tanto per restare in tema "razzismo", la prima nozione etnica di quel tipo si ha esattamente nella Reconquista cristiana della Spagna di fine XV� sec.;
per questo mi incazzo particolarmente quando si assimila l'Islam alla barbarie di dalcune societ� che lo professano, la quale dipende dalla cultura rurale e patriarcale, esattamente come nella cristianissima Europa mediterranea di appena qualche decennio fa: ti dice qualcosa il fatto che in Italia il cd. Delitto d'onore sia stato abolito quale attenuante solo all'inizio degli anni '80 ?
e questo ci porta al punto successivo;
b) il costume sociale: come tutte le minoranze immigrate e fortemente identitarie, come puoi constatare anche oggi in Italia, tipicamente gli ebrei della Diaspora hanno sviluppato prassi esclusiviste, nel timore di essere assimilati e perdere l'identit�; ma questo, appunto, � accaduto con tutte le immigrazioni, segnate da differenze religiose e relative emarginazioni fino all'affermarsi di societ� secolarizzate e multietniche;
gli italiani, soprattutto del sud (ma, in una certa misura anche gli irlandesi), emigrati negli Stati Uniti a fine Ottocento erano considerati praticamente alla stregua dei neri, anche in documenti ufficiali, e a loro volta evitavano accuratamente di mischiarsi con altre etnie; allo stesso modo oggi assistiamo a quei drammi della modernit� che sono le segregazioni di giovani ragazze di famiglie musulmane immigrate che vorrebbero vivere come le coetanee italiane; si tratta di dinamiche sociali, non religiose, ove la religione � solo un pretesto molto tirato per i capelli, sebbene una cattiva e tendenziosa divulgazione lasci spesso intendere il contrario;
c) la questione politica: lo stato d'Israele ha effettivamente un fondamento etnocentrico - come ho gi� scritto, paradossale - e razzista; ma non si tratta di un razzismo attribuibile all'ebraismo religioso, ma del lascito culturale colonialista ed etnocentrico tipico della cultura politica europea dell'Ottocento;
infatti, il vero problema politico che Israele pone in quell'area geografica non riguarda certo i poveri palestinesi, gi� abbondantemente perseguitati da tutti gli antichi vicini arabi prima che giungessero i coloni ebrei, ma il modello di modernit� e secolarizzazione euro-americano che quello stato rappresenta dirimpetto a societ� patriarcali e rurali, al punto che gli ebrei pi� tollerati dagli integralisti islamici sono esattamenti gli ultra-ortodossi, coi quali condividono la nozione teocratica e l'avulsione dalla modernit� storica;
per rispondere ad un altro 3d sull'Islam, ma anche sulle tante critiche al Cristianesimo (cattolico) e relative dottrine, quando andiamo a stringere, il punto socialmente e politicamente rilevante � che nelle societ� rurali e para-feudali la nozione di famiglia tradizionale, la subordinazione femminile � una condizione essenziale per tenere sotto controllo gli ultimi, il proletariato e sottoproletariato maschile, i paria, che cos� diventano penultimi, si accontentano e non fanno rivoluzioni;
la condizione femminile � il fil-rouge che unisce le fratture culturali di di tutte le societ� meno secolarizzate o di recente secolarizzazione, ma si tratta di un dato di tipo sociale, che non ha direttamente a che vedere con l'essenza prima - teologica, non storica - di nessuna dottrina religiosa in quanto tale.