credo di aver capito. cioè tu imputi a cono una presunta disonestà intellettuale, e hai dedicato a questa questione, che io se permetti giudico "di puntiglio", 10 pagine di post. io direi che, o vi confrontate sullo stesso piano oppure non andate da nessuna parte (sempre ammesso che il discorso porti da qualche parte). sulle deduzioni "dai fatti": non è che qua si sta sperimentando una teoria fisica o quant'altro. ammesso cmq che ognuno la vede a modo suo, secondo me a te è dispiaciuto che probabilmente nella sua eccessiva generosità e nella tendenza che è tipica dei cristiani ("somiglia all'ingenuità la saggezza"dice lindo dei cccp) a farsi i cazzi degli altri, cono abbia toccato un tasto relativo alla tua vita "privata" che a te non è andato per il verso giusto. io so che il matrimonio è/può diventare un girone infernale soprattutto se ci sono dei figli. e per i preti è facile parlare senza averne fatto esperienza. ma pensa se i preti non avessero obbligo di celibato: probabilmente non si sposerebbe più nessuno. avremmo una specie di "guerra civile" che per adesso l'obbligo del celibato ha "evitato". come si dice: al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere. o quanto è cattivo.
io, davvero, ti rimando a quanto ho detto più sopra: non tutti sono grandi politologi sociologi filosofi ecc. questo cono lo sa e magari gliene dispiace. oltre a ciò ognuno ha i suoi "lutti" su cui riflettere e l'incombenza di una fine che prima o poi tocca tutti, a cui pensare. insomma, se mi permetti ti vorrei un pochino più comprensivo. tutto qua...e sai a cosa mi riferisco.
guarda. se vuoi ti spiego il concetto. il carisma: lo stesso vocabolo ha una come dire "età", ma c'è ancora oggi. anche cristo aveva i suoi "di carismi". insomma, a quanto ne so, quando ci si sente come dire "vocati" al matrimonio, e parlo di gente "cristiana" nel senso più stretto della parola, cioè legata in un modo o nell'altro alle gerarchie, che è come dire a un prete, a quest'ultimo ci si rivolge per capire se la propria "vocazione" è sincera. se il prete dà l'ok allora segue un periodo di "catechesi" o "evangelizzazione" in cui si frequenta il parroco, si prende parte alle attività parrocchiali ecc. insomma ti dicevo che la chiesa serve anche a conferire una certa utilità al vissuto e al carattere, alle capacità, dell'individuo. è un perno del cristianesimo che anche il figlio più ingenuo e magari anche "scapestrato" sia ben accetto a dio; anzi magari "il prediletto". ora io penso che c'è stato un tempo in cui cono si è sentito "davvero" figlio di un dio buono e vocato pertanto al matrimonio. questo credo sia il punto. anche se lui non lo dice.
simpatizzo per quelle idee solo a livello politico, ma non ho intenzione né di fondare un partito, né desiderio di un ritorno al passato.
no. allora è proprio questo "il punto". io penso che cono sia un pochino "inconsapevole". e qua magari torna la suggestione nazista. (quindi mi fermo).
e te l'ha detto. ci sono i carismi, c'è gente vocata al matrimonio e altri no. bisogna essere "scelti". e questo implica una "iniezione" di gioia, di motivazione personale, di felicità e di impegno. non cercare di smontare senza riflettere quelle che sono le convinzioni personali di un uomo. non è così che funziona quella che chiami "civiltà".
si. questa mi pare un'ottima cosa. tu giustamente rifletti sul fatto che la chiesa non battezza tutti "allo stesso modo". che non tutti fanno parte di una chiesa anche se vorrebbero ecc. anche la chiesa è, insomma una "istituzione", con tutte le conseguenze del caso. quindi è giusto che chi non è chiamato al matrimonio cristiano abbia la possibilità, riconosciutagli dallo stato, di sposarsi e di amare il proprio partner. però sai a tutto c'è un limite. però di questo se permetti vorrei parlarne in pvt. se vuoi ti contatto io.
guarda che non è che cono è il primo a dire che la donna ha una funzione "ancillare" nei confronti dell'uomo. il primo a dirlo fu "sai bene chi", nella genesi. se parli con qualsiasi cattolico ti dice lo stesso. è un poco come quando nella nostra "beneamata" patria si parlava di violenze sulle donne. su quelle donne che facevano "vita mondana", che uscivano troppo spesso "di casa", e che, si diceva "di conseguenza", quasi che fosse una loro scelta, venivano violentate, alcune davvero. si pensava anche, non a torto, che alcune lo dicessero "per civetteria".
che film è? (no davvero)