non certo legittimata; poi, in pratica oggi non c'è nessun potere materiale in rado di perseguitare l'eretico;
a parte che l'Islam è frazionatissimo, solo una piccola parte dei musulmani vive in teocrazie islamiche, quindi non c'è affatto questa corrispondenza con le leggi civili;sai meglio di me che l'islam è un tutto unico, e che per gli islamici il diritto è quello contenuto nel corano. insomma l'islam non ha bisogno di una casta sacerdotale, per il semplice fatto che è l'ordinamento politico ad applicare i precetti religiosi, che sono gli stessi per tutti...
semplicemente, come in tutte le fedi, confessione cattolica a parte, non c'è una struttura umana divinizzata, che possa atteggiarsi ad interprete autentica;
è la soluzione peggiore; la frammentazione è una necessità culturale, per rendere elastico qualsiasi edificio religioso; la dottrina cattolica è rimasta incaprettata nel mondo vecchio, dove era possibile impedire la circolazione delle idee, e quella rigidità del principio gerarchico è stata esattamente la causa, non l'effetto della frammentazione;no, non mi sta bene. c'è una differenza sostanziale tra islam e cattolicesimo, per cui il primo non ha grossi problemi di interpretazione del testo sacro di riferimento che è sempre il corano, non quello tradotto però ma quello originale scritto in arabo. il secondo deve vedersela con le confessioni diverse dalla cattolica e pertanto necessità di una autorità centrale al fine di evitare una eccessiva frammentazione, che nell'islam non c'è.
ma chi diavolo te l'ha detto? il pastore fa parte del clero della confessione protestante alla quale appartiene. e come tale ha delle prerogative, ad esempio legittimare una certa traduzione dei sacri testi, poiché ha le cognizioni necessarie a leggerli in lingua originale, l'ebraico o il latino...e ti dici protestante...
nel protestantesimo non esistono sacerdoti, ma vige l'apostolato universale; i pastori sono esperti, magari autorevoli, ma privi di qualsiasi autorità , perché è proprio il principio di autorità estraneo a quel costrutto dottrinario, che rimanda ultimativamente alla coscienza individuale;
ma è così anche nelle altre fedi, tranne che nella confessione cattolica, dove si postula un'investitura di derivazione divina delle gerarchie, che autorizza queste a pretendere obbedienza, porsi come interprete autentica, la cui interpretazione si impone, ecc...
è esattamente il contrario:l'obbedienza come certo saprai non riguarda le dispute dottrinali ma, questo si, quelle organizzative.
infatti, la questione dell'autorità papale è dottrinaria;se c'è un gruppo di prelati che disconoscono l'autorità del papa, come i lefebriani, allora si che scatta la scomunica,
che non vuol dire una cippa; qui si parla di concetti; un prete non ha occasione di sapere come la pensi; ma se tu argomentassi cose dottrinariamente erronee - tra la quali l'impositività e l'obbedienza al Magistero - ti si chiederebbe di abiurare, pena la scomunica.la quale però non può mai riguardare il modo, che è personale, di intendere il sentimento religioso.
quando il papa scomunica "i mafiosi" o altre categorie, non sa chi siano le persone specifiche, ma la scomunica resta tale, a prescindere dal fatto che chi ne sia colpito può materialmente accedere in incognito alla comunione, che però ha lo stesso valore di quella a chi non si sia pentito, o abbia mentito.si, come no. allora credo che almeno la metà degli italiani cattolici sarebbe passibile di scomunica. non siamo in urss amico. e soprattutto la chiesa italiana nonè la chiesa "comunista".