allora. premesso che le categorie tipo "religione" e "confessione religiosa" lasciano il tempo che trovano, ti dico che se si accetta la definizione per cui il protestantesimo è non "religione" ma confessione, allora bisogna anche dire che le molte "varianti" all'interno del movimento protestante, tipo "valdesi", "calvinisti", "hussiani", "ugonotti", ecc. non possono essere a loro volta considerate "confessioni", ma devono essere necessariamente considerate "sette". se il criterio che consente di dire che il protestantesimo "è interno" al cristianesimo, viene usato per esteso, allora quegli altri, che sono specifici rispetto al movimento protestante, come questo è specifico all'interno del cristianesimo, come li chiamiamo?
allora. come ti ho detto, la religione cristiana è "la meno politicizzata". se guardi agli ebrei e alla loro storia, il loro dio è fonte di ricchezza e di potere. se guardi ai musulmani e alle guerre scatenate dallo stesso maometto, allora comprendi come i musulmani trovino nel loro dio qualcuno che attribuisce la vittoria sul nemico e la conquista di sempre nuovi territori. se poi guardi a lutero, ti rendi conto che senza di lui e delle sue "tesi" non ci sarebbero state le molte guerre interne al cristianesimo, una su tutte, la guerra dei trent'anni. il cattolicesimo guerre ne ha fatte abbastanza poche. non sarà perché i "nostri" ministri di culto conoscono "meglio" la sostanza del messaggio "cristiano"?
il discorso sarebbe lungo. ovviamente in italia e ad oggi, la gerarchia in sostanza "deve" contribuire al mantenimento dell'ordine in quelle zone del paese dove non c'è una autorità statale forte e per tanti motivi. poi per chi conosce la legge statale, il problema non si pone. la legge dice che le questioni religiose attengono al c.d. "foro interno" cioè alla coscienza individuale. che poi i credenti adottino posizioni non condivise dalla gerarchia e oltre a ciò pretendano che le proprie scelte non vengano "considerate" peccati da quella stessa gerarchia, beh questo mi pare francamente "troppo". se adottando certe scelte si riesce a vivere meglio, non c'è problema. il problema sorge quando si vorrebbe "sottomettere" le regole di religione al proprio "particulare". il che mi pare essere un po' lo stesso movente della riforma luterana. e chiaramente "mondo era e mondo è oggi". non che cambi la sostanza.
ma allora la chiesa cosa dovrebbe fare? imporre la propria autorità spirituale attraverso scelte politiche? non sarebbe peggio? invece anche oggi la chiesa continua a fare quello che ha sempre fatto: sostituirsi ove possibile e nei limiti, ad uno stato che di fatto "non c'è". insomma collaborare con lo stato, anziché andargli contro come ai tempi di matilde di canossa.
si. non l'ho capita neanche io.
si. il condono credo sia preferibile quando si parla di "religione". i condoni dei "reati", quindi ad opera dello stato, non te li raccomanderei.
allora. se si sceglie la pera non è per "trasgredire" o "divertirsi". c'è alla base un disagio che a quella età è normale, ma se cominci a farti non ne esci, nel caso peggiore. nel migliore dei casi finisci "disintossicato" e insomma direi che non c'è via d'uscita perché ovviamente la tossico/dipendenza si contrae proprio in quelle famiglie i cui genitori in un modo o nell'altro "ignorano" il problema droga e le dinamiche relative.
manca la consapevolezza di ciò che è meglio per tutti in certe situazioni. e ovviamente mancano pazienza, tolleranza, comprensione, discernimento, cristiana coscienza. se non altro.