vive certamente nel nostro, ma si finge in un universo parallelo, che è la condizione per poter argomentare certe cose;
ora, tu giustamente leggi le cose che si scrivono qui in modo normale, leggero; io leggo un po' diversamente, per formazione, come il perito edile o l'agente immobiliare che sono abituati a valutare con un colpo d'occhio se c'è da rifare l'impianto idraulico di un appartamento da un paio di dettagli dei rubinetti;
nel mondo di Cono non c'è assolutamente spazio per le esigenze dell'individuo a fronte di quello che viene individuato come Progetto divino; nessuna di quelle tue osservazioni di opportunità e buon senso trova alcun appiglio, perché è proprio l'individuo altro a non avere cittadinanza, se non formale, in quel sistema di pensiero; rileggi questa frase:
ora, io potrei scommettere entrambe le palle che tu, nemmeno dopo tre bocce di vino bevute a gargamella, saresti mai in grado di concepire un pensiero come questo; non potresti, nemmeno per errore; alla sola formula "il sentimento dell'altro" accostato a circostanze materiali di opportunità scatterebbe la vigilanza che può avere un religioso verso la bestemmia; vedresti tre semafori rossi nello spettro della strada visibile, il piede sul freno, senza nemmeno pensare...
ora, la mia ti sembrerà una fisima, minuziosità da "Furio"e Cono un simpatico e innocuo freak motivato dalla devozione, un caso straordinario, perché lo assimili a quell'idea di devozione;
ma, se guardi la cosa da un'altra prospettiva, nei termini di quanta gente in effetti è davvero capace di prescindere dal sentimento dell'altro, declassato a circostanza di secondaria importanza, la questione assume toni più cupi;
e non mi riferisco alla violenza, che è un'espressione patologica; ma alla normalità di relazioni tendenti al grigio; in effetti, quante persone in una relazione rimuovono il sentimento dell'altro, anche in modo non violento, a bassa intensità, cioè non si prendono cura dell'altro, ne trascurano le esigenze, ostacolano l'allontanamento se infelice ?
tutto questo ha la necessità di un presupposto ideologico, in positum, di un alibi che spenga quei semafori rossi, autorizzi a sovrapporsi all'individualità dell'altro;
quando io ho raccontato il mio sforzo per lasciar andare una persona che con me non era più felice, mi sono trovato di fronte alla narrazione conesca per cui la mia sarebbe stata una manifestazione di egoismo, del non voler lottare per trattenere quella donna; una resa alla prima difficoltà;
capisci bene che qui non siamo più all'eccentricità del freak religioso, ma ad una narrazione sentimentale piuttosto mainstream, condivisa, probabilmente da una maggioranza, nel momento in cui si affronta un abbandono e si delimita uno spazio ideale entro il quale certi comportamenti sono leciti, e certi no;
'ste parole, sembrano innocue; ma la retorica opera sull'immaginario delle persone come un troyan che istalla nel SO del pc un programmino che opera invisibile, se non si conoscono le circostanze e i modi per rimuoverlo; Furio sarebbe stato un gran nerd, fosse nato 30 anni dopo![]()








 e Cono un simpatico e innocuo freak motivato dalla devozione, un caso straordinario, perché lo assimili a quell'idea di devozione;
					
					
					
						
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