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Risultati da 16 a 30 di 48

Discussione: svalutazione

  1. #16
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    In un interminabile viaggio - Wanderlust
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    un po' squilibrati siamo tutti, eh.... non si può pretendere troppo

    il punto è che a raccontarsi in una permanente postura di combattimento e difesa non solo non entra nessuno in casa, ma quel possibile qualcuno manco lo vedi, anche se sta già lì sotto il naso.
    Parla per te…

    Non credo di raccontarmi troppo in combattimento sinceramente
    Ma sara’ che io mi vedo con gli occhi dell’amore
    Penso di vivermi abbastanza serenamente la vita, nonostante tutto quello che mi ha cagato addosso
    E’ una semplice constatazione
    Mi pare di essere abbastanza gioviale e positiva e di procedere cosi’
    E poi, qualcuno in casa??
    Nuuuuuu
    I servizi chi li fa?
    Adesso che avro’ la casa con i soffitti affrescati
    Meno che mai vorrò condividerla!
    E pure per vedere la gggente
    Preferisco essere cecata!
    -Healthy body, clear mind, peaceful spirit-

    -Where there’s will there’s a way-

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  2. #17
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da efua Visualizza Messaggio
    Il processo interno alla mia persona e’ stato sempre centrale, pure i meccanismi di introspezione mi pare che ci siano sempre stati e sono andati di pari passo con la pragmaticita’
    Stamattina ho letto della storia di Manjit, sposa bambina indiana
    «Io voglio la pace. Tu me la darai?»
    Anche senza essere in India, anche senza essere spose bambine e senza avere tutti i fardelli di chi e’ nato nella parte sbagliata di mondo, non credere che facilmente “ci si possa permettere” di essere scialli (nel gergo giovanile )
    Che ci si possa felicemente assortire, senza quella esperienza - che tanto inorridisce Cono - e’ assai improbabile
    Spesso capita che si deve tenere la mente lucida e i nervi saldi, per vedere di evitare il peggio
    Scampia? Non posso dire di essere cresciuta in una realta’ del genere ma piu’ o meno Scampia a un’ora e’…
    E sono io la prima a favore delle unioni mature, dopo che uno ne ha passate abbastanza
    L’unica cosa che vuole e’ la pace
    Se ci si ritrova tra persone che hanno lo stesso intendimento, allora vedi che ci si guarda come dici tu
    Ma e’ molto difficile trovarsi e soprattutto ritrovarsi tra gente equilibrata
    Ci sta tanta di quella gente che passa la vita a boicottarsi l’esistenza
    Le persone non ce la fanno con il loro di benessere, figuriamoci se arrivano a contemplare e a partecipare al tuo
    C’e’ tanto disagio in giro
    Ma tanto tanto, davvero
    Credo che questo sia il punto centrale: amare se stessi.
    Io per fortuna problemi di autostima non ne ho mai avuti. E i miei, con tutti i difetti che hanno o hanno avuto, mi hanno sempre portata in palmo di mano. Per loro ero il piccolo genio, il prodigio, ecc, ecc. E sicuramente questo mi ha aiutato parecchio nella vita: essere convinti del proprio valore ti aiuta a farti strada come non mai, a non farti abbattere, a non lasciare che gli altri ti affossino.
    Se dimostri di apprezzare te stesso, anche gli altri ti apprezzeranno, è una sorta di proprietà transitiva.
    Tuttavia questo non ti mette al riparo da relazioni tossiche: io ho sempre avuto la sindrome della crocerossina, e sono finita a mettermi con qualcuno che aveva bisogno di accudimento. Ovviamente sono meccanismi che comprendi nel tempo.
    Alla fine, nella mia vita ho sempre voluto un compagno di viaggio, qualcuno che mi camminasse accanto, che facesse con me un pezzo di strada. E di fatto è stato così. Poi però, ad un certo punto, le nostre velocità sono cambiate. Io correvo, lui arrancava.
    Se un tempo si dimostrava orgoglioso dei miei successi, poi ne è divenuto infastidito, forse quasi invidioso.
    Purtroppo quando ti scegli un partner da giovane devi avere culo, perché non hai gli strumenti per una valutazione adeguata.
    Lo incontrassi oggi, uno così, sarebbe l'ultima persona con cui potrei scegliere di stare.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #18
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quello a cui mi riferisco non è un processo interno alla persona - come quello che descrivi - ma una circostanza oggettiva di trovarsi rispecchiati nello sguardo dell'altro, come i due in foto;
    cioè essere pensati dall'altro per quel valore e saperlo con esattezza, perché quello ti rimanda quella tua persona, e viceversa;

    io potrei pure essere desiderato e ammirato - è successo addirittura pure questo - ma per ragioni che non sento esse autenticamente mie, e così, anche se una persona mi attribuisce un valore, questo non mi appaga;

    forse io sono abituato in modo più pronunciato di altri a meccanismi di introspezione, e con persone che hanno una propensione analoga si crea più facilmente questa cosa;
    a volte - e questa è una cosa importantissima - la persona che ti capisce lo fa meglio di quanto possa tu stessa e ti rivela tue possibilità di essere che erano rimaste fuori dal tuo quadro di aspettative: in qualche modo, in quella fiducia di comprensione che si genera, ti "autorizza" a sviluppare una parte della tua personalità che era rimasta in ombra e non dispiegava le sue potenzialità creative;

    e questo segna un balzo nella qualità della vita di chiunque; probabilmente è da questa cosa che scaturiscono quei sorrisi compiaciuti di cosa è diventato il mondo di quelle persone, e non solo dalla presenza dell'altro come amante.
    Se ho capito,
    tu ci parli di riconoscibilità & riconoscenza (da recognosco) come rivedersi, riportare a sè il modo e l'oggetto visto da te che ami e da chi ti ama.
    Insomma, una sorta di forziere di gemme nascosto da qualche parte e che solo una persona può portare alla luce.
    Ci stai parlando di un' attitudine da Indiana Jones e Michelangelo messi insieme.


    Non so se ho capito bene, ma penso che la complicità negli sguardi di chi si è visto nelle parole e negli sguardi dell' amato/a sia una possibilità rara sì, ma soprattutto figlia di libertà da impalcature, sovrastrutture... perché implica un "credere" che non c'entra nulla con la religione ma è mutua e muta naturalezza.

    Esiste.
    Non è la Chimera.
    Che pure esiste

  4. #19
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Credo che questo sia il punto centrale: amare se stessi.
    Io per fortuna problemi di autostima non ne ho mai avuti. E i miei, con tutti i difetti che hanno o hanno avuto, mi hanno sempre portata in palmo di mano. Per loro ero il piccolo genio, il prodigio, ecc
    la famiglia è sempre un campo minato di ambivalenze, spesso in buona fede;
    genitori che non hanno studiato vogliono i figli laureati, ma poi trasmettono inconsapevolmente una sorta di invidia/ricatto sul piano sentimentale, che comunicano per vie traverse e inibiscono;

    Se dimostri di apprezzare te stesso, anche gli altri ti apprezzeranno, è una sorta di proprietà transitiva.
    Tuttavia questo non ti mette al riparo da relazioni tossiche: io ho sempre avuto la sindrome della crocerossina
    parrebbe uno schema frequente, perché è pieno di donne eccezionali che si sono dedicate a soggettini patologici; ma se azzardo spiegazioni, probabilmente dico caxxate

    magari la spinta al successo, a dover dimostrare, e quella intimamente svalutata hanno la stessa radice.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #20
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Se ho capito,
    tu ci parli di riconoscibilità & riconoscenza (da recognosco) come rivedersi, riportare a sè il modo e l'oggetto visto da te che ami e da chi ti ama.
    Insomma, una sorta di forziere di gemme nascosto da qualche parte e che solo una persona può portare alla luce.
    Ci stai parlando di un' attitudine da Indiana Jones e Michelangelo messi insieme.


    Non so se ho capito bene, ma penso che la complicità negli sguardi di chi si è visto nelle parole e negli sguardi dell' amato/a sia una possibilità rara sì, ma soprattutto figlia di libertà da impalcature, sovrastrutture... perché implica un "credere" che non c'entra nulla con la religione ma è mutua e muta naturalezza.

    Esiste.
    Non è la Chimera.
    Che pure esiste
    più o meno sì, hai capito bene, anche se co'ste cose c'è sempre verso di sbracare in cazzate; intendo io, eh...

    molto banalmente, se c'è un riconoscimento consapevole di fondo tutta la comunicazione è rilassata e prende una piega "buona", perché anche un'osservazione critica in un contesto di complicità appagata non vira mai troppo - la prudenzia non è mai troppo, diceva Totò - sulla coartazione, il potere, e ci si ride;

    insomma, se hai la pelle scottata da un'insolazione ti da fastidio pure una carezza e te le perdi tutte.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #21
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    più o meno sì, hai capito bene, anche se co'ste cose c'è sempre verso di sbracare in cazzate; intendo io, eh...

    molto banalmente, se c'è un riconoscimento consapevole di fondo tutta la comunicazione è rilassata e prende una piega "buona", perché anche un'osservazione critica in un contesto di complicità appagata non vira mai troppo - la prudenzia non è mai troppo, diceva Totò - sulla coartazione, il potere, e ci si ride;

    insomma, se hai la pelle scottata da un'insolazione ti da fastidio pure una carezza e te le perdi tutte.
    Di solito è una delle caratteristiche principali che attribuisco ad una relazione in cui la riconoscibilità è veicolata da amicizia prima di arrivare ad altro tipo di rapporto.
    Per me poi vale quest' ordine non il suo contrario.

  7. #22
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    la famiglia è sempre un campo minato di ambivalenze, spesso in buona fede;
    genitori che non hanno studiato vogliono i figli laureati, ma poi trasmettono inconsapevolmente una sorta di invidia/ricatto sul piano sentimentale, che comunicano per vie traverse e inibiscono;


    parrebbe uno schema frequente, perché è pieno di donne eccezionali che si sono dedicate a soggettini patologici; ma se azzardo spiegazioni, probabilmente dico caxxate

    magari la spinta al successo, a dover dimostrare, e quella intimamente svalutata hanno la stessa radice.
    Ma fondamentalmente da un lato sono errori di gioventù, dall'altro sono meccanismi psicologici ben precisi.
    A me è servito andare dalla psicologa per comprenderli ed estirparli, in modo da non ricadere più in questo tipo di tranello. Sebbene ovviamente sia necessaria una buona dose di razionalità, perché se hai determinati impulsi è per via dell'ambiente in cui sei cresciuto e degli stimoli che hai avuto.
    Per me il dovermi prendere cura degli altri è stato una costante fin da bambina, perché non ho avuto scelta. E di conseguenza ho cercato poi la stessa cosa nella mia relazione, di riflesso. Perché di fatto quando ti ritagli un ruolo, cerchi di tenertelo poi cucito addosso, inconsapevolmente.
    Ma anche perché rappresenta una sorta di comfort zone, ossia il ruolo in cui ti senti più a tuo agio. Solo che poi a lungo termine i costi diventano più alti dei benefici.
    Come ho detto più volte, è proprio la consapevolezza a fare la differenza. Quando capisci certi meccanismi cerchi quantomeno di proteggertene.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  8. #23
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Ma anche perché rappresenta una sorta di comfort zone, ossia il ruolo in cui ti senti più a tuo agio.
    certo, perché lo standard emotivo è una cosa parecchio diversa dai contenuti razionali; se cresci con un ruolo emotivo poi ti vai a cercare una "spalla" che ti consenta di esercitare quel ruolo;

    ma pure la nevrosi in una misura moderata può essere accettabile, se il resto funziona; anzi, di solito le coppie che durano più a lungo sono costruite più sulle dipendenze che sulla competizione; non farei di questo un dramma; piuttosto:
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    Di solito è una delle caratteristiche principali che attribuisco ad una relazione in cui la riconoscibilità è veicolata da amicizia prima di arrivare ad altro tipo di rapporto.
    Per me poi vale quest' ordine non il suo contrario.
    il punto è quando vedi gente che sta insieme ma che non si sarebbe frequentata in amicizia; posto che possibilissimo - e spesso funziona - stare bene in coppia avendo pochissimo da dirsi, con vite mentali quasi completamente separate, quello che non va - nel senso che prima o poi rompe o fa ammalare - è la consunzione di energia su loop irrisolti perché mai considerati, nel rush iniziale;

    cioè, si ritonfa sempre su quell'accontentarsi, pur di... perché in effetti ognuno di noi sa perfettamente se piace davvero tanto all'altro e, almeno, intuisce il perché, se proprio non se l'è formalizzato come consapevolezza;

    chi ha una propensione a svalutarsi non può nemmeno capire che ci vede quell'altro, che beneficio esistenziale ha; e, di conseguenza, non solo si sente seconda o terza scelta, ma specularmente rimanda all'altro la stessa sensazione, e un rancore reciproco;

    se io fossi fidanzato con Bau - non cominciate coi romanzi - lei saprebbe perfettamente che il suo senso dell'umorismo e capacità di introspezione sono gratificazioni infungibili o quasi per me, e questo la rilasserebbe alquanto nel momento in cui io le dicessi: e che due palle con questa storia che hai le chiappone, ma chissenefrega ! cioè, mi manderebbe affanculo, ma con la stessa leggerezza che deriva dall'esser consapevoli di quelle altre cose come autentiche e fondate; peccato sia troppo alta

    mentre se due si sono incontrati tipo il primo che passa, perché voglio qualcuno, le svalutazioni originarie e il mancato riconoscimento diventano ferite che si riaprono ad ogni conflitto, perché oltre alla condizione in sé si soffre per quell'avvitamento nella mancanza di auto-stima;

    cioè, lo sai che ti sei accontentato di una nevrosi poco funzionale e provi anche una notevole umiliazione, in un circolo vizioso, dove alla fine ti senti come quello che credeva di aver fatto un investimento razionale e si trova col pacco, nel senso di mattone, non in quello più nobile inguinale e ambogeneri
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #24
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    certo, perché lo standard emotivo è una cosa parecchio diversa dai contenuti razionali; se cresci con un ruolo emotivo poi ti vai a cercare una "spalla" che ti consenta di esercitare quel ruolo;

    ma pure la nevrosi in una misura moderata può essere accettabile, se il resto funziona; anzi, di solito le coppie che durano più a lungo sono costruite più sulle dipendenze che sulla competizione; non farei di questo un dramma; piuttosto:


    il punto è quando vedi gente che sta insieme ma che non si sarebbe frequentata in amicizia; posto che possibilissimo - e spesso funziona - stare bene in coppia avendo pochissimo da dirsi, con vite mentali quasi completamente separate, quello che non va - nel senso che prima o poi rompe o fa ammalare - è la consunzione di energia su loop irrisolti perché mai considerati, nel rush iniziale;
    Eppure sono molte le coppie in cui il presupposto "amicale" è visto e vissuto come mezzo per arrivare ad essere una coppia che, però, ha dimenticato che un amico si può mandare affanculo senza che la cosa abbia come conseguenza un vero sfancularsi, ma solo come un distacco momentaneo da una certa dinamica.
    E sono coppie che durano.
    Il perché oramai non me lo domando più, lasciando che la spiegazione cada in un certo "adattamento".
    Adattamento ad un'idea di coppia in cui si fa così, cosà e da questo recinto non si esce perché "non è così che si fa".

    cioè, si ritonfa sempre su quell'accontentarsi, pur di... perché in effetti ognuno di noi sa perfettamente se piace davvero tanto all'altro e, almeno, intuisce il perché, se proprio non se l'è formalizzato come consapevolezza;

    chi ha una propensione a svalutarsi non può nemmeno capire che ci vede quell'altro, che beneficio esistenziale ha; e, di conseguenza, non solo si sente seconda o terza scelta, ma specularmente rimanda all'altro la stessa sensazione, e un rancore reciproco;
    La propensione a svalutarsi però non è innata.
    Avere il pudore per i propri difetti è diverso dal non credere a ciò che dice l'altro.

    se io fossi fidanzato con Bau - non cominciate coi romanzi - lei saprebbe perfettamente che il suo senso dell'umorismo e capacità di introspezione sono gratificazioni infungibili o quasi per me, e questo la rilasserebbe alquanto nel momento in cui io le dicessi: e che due palle con questa storia che hai le chiappone, ma chissenefrega ! cioè, mi manderebbe affanculo, ma con la stessa leggerezza che deriva dall'esser consapevoli di quelle altre cose come autentiche e fondate; peccato sia troppo alta
    L'altezza è il mio pregio estetico per eccellenza , tra l'altro con l'età mi accorcio anche io ma non mi sfino
    Ma sono più libera di qualche tempo fa perché non devo convincere nessuno, forse posso evitare di persuadere anche me stessa e avviarmi ai 50 con mutande e pensieri comodi perché guadagnati.

    L'esempio che porti riguardo ciò che direi e come potrei reagire (molto vicino al vero) non tiene conto però di te.
    La mia reazione sarebbe come dici, ma non hai parlato dei tuoi presupposti e di come staresti tu con una cacacazzo così.

    Infine... Non sono troppo alta!!!
    Gli uomini alti vogliono donne basse e maneggevoli, non rompere anche tu!


    mentre se due si sono incontrati tipo il primo che passa, perché voglio qualcuno, le svalutazioni originarie e il mancato riconoscimento diventano ferite che si riaprono ad ogni conflitto, perché oltre alla condizione in sé si soffre per quell'avvitamento nella mancanza di auto-stima;

    cioè, lo sai che ti sei accontentato di una nevrosi poco funzionale e provi anche una notevole umiliazione, in un circolo vizioso, dove alla fine ti senti come quello che credeva di aver fatto un investimento razionale e si trova col pacco, nel senso di mattone, non in quello più nobile inguinale e ambogeneri
    E rimpiangi la cacacazzo oppure speri di incontrarne una.
    Che però è troppo alta, ecc ecc

  10. #25
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Adattamento ad un'idea di coppia in cui si fa così, cosà e da questo recinto non si esce perché "non è così che si fa".
    probabile; del resto, non è che si creano codici funzionanti dall'oggi al domani, se poi tanto di tutto il resto rimane a condizionare;

    La propensione a svalutarsi però non è innata.
    come se, nel momento in cui si radica nell'infanzia, per qualsiasi motivo, oppure in un contesto di ambivalenze;
    Avere il pudore per i propri difetti è diverso dal non credere a ciò che dice l'altro.
    non è pudore, ma inconsapevolezza dei motivi funzionanti di relazione;

    L'esempio che porti riguardo ciò che direi e come potrei reagire (molto vicino al vero) non tiene conto però di te.
    La mia reazione sarebbe come dici, ma non hai parlato dei tuoi presupposti e di come staresti tu con una cacacazzo così.
    se ci stessi, benissimo credo; a patto che il cacacazzismo non sia in avvitamento narcisistico (che è sempre pure quello un tratto compensativo degli svalutati); io credo nell'amore per i difetti delle persone, come tratto ombra di potenziali pregi da far emergere; e i difetti devono far ridere; è lì il trucco; se ci ride pure l'interessato, siamo a cavallo !
    E rimpiangi la cacacazzo oppure speri di incontrarne una.
    Che però è troppo alta, ecc ecc
    ma tu quanto pensi che possa reggere un bluff sulla regola della "L" ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #26
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    probabile; del resto, non è che si creano codici funzionanti dall'oggi al domani, se poi tanto di tutto il resto rimane a condizionare;


    come se, nel momento in cui si radica nell'infanzia, per qualsiasi motivo, oppure in un contesto di ambivalenze;

    non è pudore, ma inconsapevolezza dei motivi funzionanti di relazione;


    se ci stessi, benissimo credo; a patto che il cacacazzismo non sia in avvitamento narcisistico (che è sempre pure quello un tratto compensativo degli svalutati); io credo nell'amore per i difetti delle persone, come tratto ombra di potenziali pregi da far emergere; e i difetti devono far ridere; è lì il trucco; se ci ride pure l'interessato, siamo a cavallo !

    ma tu quanto pensi che possa reggere un bluff sulla regola della "L" ?
    Se non ci ride l'interessato, che cazz ci stai a fare?!

    Mah, ci sono dei bluff che durano da decenni e decenni ... Prendiamo ad esempio quello dei toscani simpatici o dei campani con la pummarola 'ngopp 'o cummò

    Vuoi aggiungere altro al tuo autodafe', Fefè'?

  12. #27
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    certo, perché lo standard emotivo è una cosa parecchio diversa dai contenuti razionali; se cresci con un ruolo emotivo poi ti vai a cercare una "spalla" che ti consenta di esercitare quel ruolo;

    ma pure la nevrosi in una misura moderata può essere accettabile, se il resto funziona; anzi, di solito le coppie che durano più a lungo sono costruite più sulle dipendenze che sulla competizione; non farei di questo un dramma; piuttosto:


    il punto è quando vedi gente che sta insieme ma che non si sarebbe frequentata in amicizia; posto che possibilissimo - e spesso funziona - stare bene in coppia avendo pochissimo da dirsi, con vite mentali quasi completamente separate, quello che non va - nel senso che prima o poi rompe o fa ammalare - è la consunzione di energia su loop irrisolti perché mai considerati, nel rush iniziale;

    cioè, si ritonfa sempre su quell'accontentarsi, pur di... perché in effetti ognuno di noi sa perfettamente se piace davvero tanto all'altro e, almeno, intuisce il perché, se proprio non se l'è formalizzato come consapevolezza;

    chi ha una propensione a svalutarsi non può nemmeno capire che ci vede quell'altro, che beneficio esistenziale ha; e, di conseguenza, non solo si sente seconda o terza scelta, ma specularmente rimanda all'altro la stessa sensazione, e un rancore reciproco;

    se io fossi fidanzato con Bau - non cominciate coi romanzi - lei saprebbe perfettamente che il suo senso dell'umorismo e capacità di introspezione sono gratificazioni infungibili o quasi per me, e questo la rilasserebbe alquanto nel momento in cui io le dicessi: e che due palle con questa storia che hai le chiappone, ma chissenefrega ! cioè, mi manderebbe affanculo, ma con la stessa leggerezza che deriva dall'esser consapevoli di quelle altre cose come autentiche e fondate; peccato sia troppo alta

    mentre se due si sono incontrati tipo il primo che passa, perché voglio qualcuno, le svalutazioni originarie e il mancato riconoscimento diventano ferite che si riaprono ad ogni conflitto, perché oltre alla condizione in sé si soffre per quell'avvitamento nella mancanza di auto-stima;

    cioè, lo sai che ti sei accontentato di una nevrosi poco funzionale e provi anche una notevole umiliazione, in un circolo vizioso, dove alla fine ti senti come quello che credeva di aver fatto un investimento razionale e si trova col pacco, nel senso di mattone, non in quello più nobile inguinale e ambogeneri
    Beh, lo sai quando arrivi a una certa consapevolezza. Tu e Baux lo sapete, ora, perché avete una determinata maturità emotiva e relazionale. A 20 anni, quando normalmente iniziano le relazioni, non è sempre così.
    Che poi in realtà se prendi ad esempio il mio caso, con il mio ex all'inizio i meccanismi sono stati anche positivi. Eravamo amici da quasi un anno quando ci siamo messi insieme, avevamo feeling, sintonia, ecc, ecc. Il problema è che se dietro ci sono delle dinamiche psicologiche di cui uno non è consapevole, si finisce per cadere in un meccanismo che nel tempo diventa deleterio.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  13. #28
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Daaaaaark, mi hai detto che sono adulta????
    Come cazzzzzzz ti permetti?!?
    Io non sono mai stata fidanzata più di un tot, convivenza zero (a parte una "cosa"), l'ho data poco, la do poco, mi sto distruggendo di crema per i capillari fragili, al momento sono sdraiata sul divano con un bracco ungherese color biscotto e mi dai della EMOTIVAMENTE MATURA??!!?

    Hai appena ferito una donna dell'acquario.
    Ultima modifica di Bauxite; 24-07-2024 alle 16:41

  14. #29
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Daaaaaark, mi hai detto che sono adulta????
    Come cazzzzzzz ti permetti?!?
    Io non sono mai stata fidanzata più di un tot, convivenza zero (a parte una "cosa"), l'ho data poco, la do poco, mi sto distruggendo di crema per i capillari fragili, al momento sono sdraiata sul divano con un bracco ungherese color biscotto e mi dai della EMOTIVAMENTE MATURA??!!?

    Hai appena ferito una donna dell'acquario.
    Non è colpa tua, l'età ci porta ad esserlo, emotivamente maturi.
    Anche se, considerando che tu hai evitato convivenze e cose analoghe, probabilmente eri emotivamente matura anche prima
    A me ci sono voluti 17 anni per capirlo
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  15. #30
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Non è colpa tua, l'età ci porta ad esserlo, emotivamente maturi.
    Anche se, considerando che tu hai evitato convivenze e cose analoghe, probabilmente eri emotivamente matura anche prima
    A me ci sono voluti 17 anni per capirlo
    Naaaa, l'età non garantisce nulla e poi a cosa serve essere,o sembrare , emotivamente maturi?!
    Nulla ci vieta di cadere in una pozzanghera sentimentale o di farci uscire i calli della noia verso noi stessi o gli altri...
    L'età non è il numero di passi che abbiamo fatto.
    Molti non si sono mai mossi eppure "hanno una certa età".

    Quanto al resto e a ciò che non ho vissuto, è in parte dovuto a me e in parte l'ho ampiamente ripagato cercando di non fare sempre gli stessi passi.
    Eppure, ho il resto di niente...se vogliamo quantificare le ricchezze sentimentali.

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