continui a descrivere meccanismi culturali, sovrapposti, che va benissimo;
ma io invece descrivevo un livello basico istintuale, che è cosa del tutto diversa; tu puoi aver elaborato l'avversione alla riproduzione, ma le tue preferenze per Tizio o Caio, finché sei in età riproduttiva - sono necessariamente e istintualmente modulate a partire da certe valutazioni di potenziale riproduttivo pregiato, come per qualsiasi animale;
che è pure il motivo per cui ti trucchi e ti agghindi, anche se tante cose sovrapposte te lo hanno fatto dimenticare, per cui ci si veste e si manifesta un'elevata capacità in termini di bellezza, simmetria, salute, opulenza economica, libertà dal bisogno, insomma competitività come partner sessuali appetibili;
oh, ma il mondo animale e poi quello sociale umano ruota tutto attorno a questo, da sempre; persino le eccezioni, per cui la modella filiforme e androgina è segno di "classe", ma perché contrapposta all'opulenza della procreatrice estrema, che col Novecento è diventata la contadina della famiglia dipendente dalle tante braccia, un modello non più appetibile, laddove le statuette arcaiche premiavano quel "modello".
Quindi una donna che non si trucca e non si agghinda, dove la collochi?
Tu puoi parlare di istinti atavici, ma non sono sempre gli stessi e non sono uguali per tutti.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .