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Discussione: Pensieri del gufo

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  1. #11
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    no; se Dio conosce in anticipo - prescienza - non si tratta di "possibilità", potenzialità, ma di effettività, atto, determinato;
    se un futuro è noto ad un entità qualsiasi, vuol dire anche che esso non è modificabile;


    certo che no; l'onniscienza implica la pre-scienza, conoscere in anticipo; la cosa è tanto plateale che è persino prerogativa dello stesso Gesù, il quale sa che Pietro lo rinnegherà tre volte prima del nuovo giorno; e così avviene; mica tira a indovinare...


    per capire la questione nei suoi termini concettuali devi tornare all'origine della nozione di divinità:
    in principio, nel paganesimo, si antrpomorfizzavano le divinità, attribuendo loro volontà e caratteri di tipo umano, precetti a fronte di remunerazione, ecc...
    questo bastava, e questo è stato conservato nel monoteismo originario, che ha avuto un'evoluzione mistica e irrazionalista; la reazione ebraica all'ellenizzazione del pensiero è stata sempre quella del paradosso, di cui VT e NT sono pieni;
    il paradosso, ha come effetto la relativizzazione della Legge: quando Gesù dice il Sabato per l'uomo o che la destra non sappia... si tratta di una tipica modalità sapienziale ebraica, che rimanda la palla al devoto, perché il processo antropocentrico era già in pieno compimento in quella tradizione;

    ora, nel momento in cui Paolo esporta questo corpus mistico-normativo nel mondo dei gentili ellenizzati, si trova di fronte alla necessità di comunicare un qualcosa a cui quel mondo non è predisposto, perché già intriso da secoli di paradigmi razionalistici;
    spiegare ex-novo tutto l'ambaradan è stata la croce della nascente Chiesa, che non partiva da un sentire monoteista radicato e addestrato; perciò, quel costrutto del dio antropomorfo, per la prima volta incontrava tutte le possibili obiezioni razionali di un radicato pensiero filosofico;

    siccome il punto era quello di sovrapporre un dio più autorevole e potente di quelli pagani, l'antropomorfismo divino diventava un tallone d'Achille; il filosofo pagano, ma anche la persona semplicemente istruita a Roma, Atene o Alessandria, avrebbe obiettato un po' su tutto;
    così, una volta descritto nei concilii un dio perfetto, creatore onnipotente e onnisciente, agganciato alla Legge ebraica, diventava un problema spiegare come quella legge, da perfetta che doveva essere, si fosse dovuta emendare con Cristo;
    siccome Dio non poteva essersi sbagliato, si è detto che il motivo era la deriva negativa del "suo" popolo; ma, fatta la pentola, mancava il coperchio, e l'obiezione era: ma questo dio così perfetto, non s'era detto che sapeva tutto in anticipo ?
    come può essere stato sorpreso dall'andazzo, come un monarca qualsiasi ? e così via...

    per questo tutta la teologia medievale è andata di rincorsa sulla questione di de-umanizzare la divinità, definendone in modo sempre più sofisticato la natura trascendente, dovendo argomentare in modo sofisticatissimo la struttura dogmatica, ecc...
    ma il problema, come sempre, era che più venivano superfetate nozioni logiche, più la stessa logica metteva in evidenza gli originali paradossi discesi dall'umanizzazione della divinità;
    di recente, Papa Ratzi, in un discorso a Ratisbona, invitava a de-ellenizzare il Vangelo; non stiamo parlando di un fesso.
    Il sapere tutto e lasciare la libertà all'uomo è indice che Dio, essendo onnipotente ed onnisciente può anche cambiare idea, o non essere come pensiamo.
    Tu immagini, assieme ai teologi che riporti, un Dio che al momento 0+1 determina tutto, dettando leggi scolpite sulla pietra, e per sempre aspetta che tutto avvenga come prestabilito da lui.
    Più che un Dio mi sembra un Diavolo: è schiavitù umana sotto ogni segno.
    Prova a togliere il fattore tempo e vedrai che Dio è più misericordioso del figlio che è soggetto, anche se momentaneamente, a tutti i sensi come noi: che esempio sarebbe per il credente un Gesù solamente inimitabile, cioè se non si potesse imitare? Forse un sogno od una chimera; ma Dio non ragiona sul tempo, ragiona fuori del tempo nell'eterno presente. Concetto per noi inimmaginabile.
    La non contraddizione è che Gesù, pur essendo il figlio, non osa neanche pensare al futuro perché come in ogni uomo-Dio è il presente che conta, su cui si può agire, ma nello stesso tempo così legato al passato ed al futuro anche se il primo non esiste più ed il secondo non esiste ancora; cioè è nel presente che si agisce; in Dio non c'è né passato e né futuro; Dio, per farlo esistere, lo deve pensare, ma pensare in presente, non in passato come aver pensato od in futuro come penserò.
    Non so se sono stato chiaro.
    Ultima modifica di crepuscolo; 29-11-2019 alle 13:47

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