Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
ma la filosofia e l'etica borghese sono il contrario di quello che pare a te, e cioè premiano l'operosità e il merito, a discapito del privilegio di nascita, visto che quel ceto nasce esattamente in contrapposizione a quest'ultimo;
scusa se parlo della mia esperienza, ma se guardo al mio recente passato non mi ritrovo "tanto" in quello che dici. guarda io la vedo così: se anche a livello ideale la rivoluzione, in francia, fu quello che hai detto, allora non capisco "perché", ancora qui da noi al sud esistano residui anche consistenti di privilegio e oppressione i quali, quando cessano in capo al maggiorente di turno, allora te li ritrovi in mano a coloro i quali ne hanno di fatto causato la caduta. e ti dico anche che va avanti così da secoli. paragonare la realtà del profondo sud a quella del tuo piemonte, insomma dà a maggior ragione la "misura" della differenza. non so da cosa dipenda, ma posso provare a immaginare che il passato non sia "elidbile" con atto di volontà, cioè mi pare di capire che gli usi, ecc. presenti in un posto non possano mutare in ragione di un atto di volontà. non conosco bene come te la storia del piemonte, ma conosco la realtà del sud, la quale mi pare abbastanza "simile" oggi a quello che era mettiamo due secoli fa. non che sia cambiato molto da allora. a parte qualche "soldo" in più.


Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
eh, direi di sì; e la cartina di tornasole l'hai comparando i tragitti paralleli di Francia e Inghilterra - ma anche Olanda - tra la fine del XVI° e la fine del XVIII° sec.:
la Francia di Luigi XIV ha perseguito la competizione continentale col modello spagnolo e austriaco di Ancien Régime, fondato su costosissime e inutili guerre, fondate s un fiscalismo esoso per finanziare quelle e le rendite aristocratiche, a mortificare le ambizioni dei borghesi, tenuti al posto loro; a quello aggiungi la restaurazione cattolica e la persecuzione dei protestanti, quasi tutti borghesi, artigiani e imprenditori e i pasticcio è fatto;

nel Seicento gli ugonotti sono scappati in Inghilterra; 50mila persone qualificate, che hanno fondato la grande industria tessile britannica, che prima era francese; se scorri gli elenchi telefonici dell'Inghilterra del sud è pieno di nomi francesi, anche se spesso anglizzati, Dupree, Aubree, Leroux, Le Bon - ricordi il cantante dei Duran Duran...?

in Inghilterra, gli aristocratici hanno annusato l'affare, e piano piano hanno incluso i borghesi nell'alta politica, con un regime parlamentare, con rivoluzioni progressive, tagliando qualche testa coronata che non voleva rassegnarsi; e investendo i soldi di quelle rendite negli affari affari coloniali e nell'industria e commercio, anziché sperperarli in inutili guerre territoriali sul continente; e ci hanno fondato un impero, dall'America del nord, fino all'Australia, l'India, l'Egitto e altre parti dell'Africa;

l'Inghilterra si è comportata come un edificio anti-sismico; la Francia no; dopo un secolo, la scossa forte, dovuta ad una carestia, divenuta esiziale per l'accumulo di quegli sprechi e privilegi, ha fatto crollare tutto;
grazie per l'excursus, però mi pare che questo tipo di visione della storia d'europa, anche quella post/trattati UE sia molto "pittoresca" ma poco attinente alla realtà. se parli delle elite, allora ti seguo, quella è la storia ufficiale, che si studia anche sui banchi di scuola, come dice il titolo della discussione. però mi permetterei di dirti, anche sulla base del diritto "costituzionale", che tra "formulazione" di un principio giuridico e sua attuazione pratica c'è una certa differenza, non solo "letterale" ma anche "sostanziale". cioè l'attuazione "completa" della nostra costituzione, ad esempio, risale agli anni '80, con un federalismo sancito e disciplinato con legge costituzionale solo nei primi anni 2000. ecco, allora la domanda è la seguente: nel progressivo "attuarsi" di un ordinamento contano i postulati di partenza o no? mi pare che dipenda dall'ordinamento in questione, cioè in italia stiamo messi così, ma nella francia dell'epoca quante costituzioni furono emanate? quanti governi caddero nel sangue? ecco, a partire da una spinta egualitaria si può fare molto, ma bisogna anche tener conto di alcuni elementi, come la "maturità" delle persone per quel tipo di cambiamento. in italia nessuna "rivoluzione" è stata necessaria o meglio "indispensabile" per giungere ai risultati di civiltà e progresso di oggi. perché? perché probabilmente le persone erano pronte a quel passo. quello che cerco di dire è che è difficile cambiare cose come il carattere, l'intelligenza, la naturale predisposizione alla modernità di un popolo sulla base di un atto di volontà quale può essere una rivoluzione. poi tutto il resto lo capisco benissimo.