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strano, perché in diritto costituzionale si studia il senso e la genesi delle norme, sui documenti dell'assemblea costituente e i verbali, ecc...
si. questo però lo fanno i cc.dd. "costituzionalisti", cioè gente che magari su questa materia ci si è laureata e la studia da una vita. cioè: a mio parere lo studio della costituzione è un po' come lo studio della bibbia. c'è sempre qualcosa "di nuovo" da dire. non perché non sia chiara la stessa carta costituzionale. ma perché sono tante le persone, e quindi le menti con le loro convinzioni personali ecc., che allo studio della costituzione si dedicano...


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io ti ho spiegato il senso di "naturale", come inteso dai costituenti, e cioè di aggregazione spontanea, non frutto di pressioni dell'autorità; anche perché nel 1946 non si poneva proprio l'idea di aggregazioni di tipo famigliare diverse da quelle della coppia uomo-donna, e pertanto la nozione di "naturalità" in nessun modo poteva essere fraintesa come puntualizzazione di quel particolare assetto;
si. tutto sta nell'intendersi sul concetto. che cosa può essere definito "naturale"? naturale è ciò che esiste in natura...se è vero questo allora anche le coppie di fatto, come quelle omosessuali devono essere riconosciute. non è concepibile un diritto che, anziché sanzionare l'esistente, cioè il "naturale", intervenga di volta in volta a stabilire cosa è "secondo natura" e cosa no. questo lo fa la chiesa e credo che basti...

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mentre, al contrario, era evidentissimo l'intendimento di sottrarre la famiglia all'ingerenza dello stato e di eventuali ideologie politiche assunte dall'autorità;
non però all'ingerenza della chiesa...che è tutto dire...

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vuol dire che la legge - ove si presenti un problema, un contenzioso, qualcosa da dirimere - valuta la sostanza di un rapporto, ciò che, in mancanza di un vincolo certificato, la consuetudine ha stabilito come regola di rapporto; cioè - mettendo da parte il caso di eventuali figli, che ovviamente sarebbe dirimente - due persone conviventi more uxorio per anni, hanno comunque costituito una famiglia - "di fatto", contrapposta a quella "di diritto", certificata dal matrimonio - originando una serie di obblighi analoghi a quelli del matrimonio stesso; solo che l'onere di dimostrare il vincolo è, almeno in parte, invertito, e sarà la parte interessata a dover dimostrare la sussistenza di quella relazione, cosa che non avverrebbe in caso di matrimonio;
certo. in caso di matrimonio non avverrebbe l'inversione dell'onere della prova purché il matrimonio stesso rispettasse determinati schemi, che sono quelli che sappiamo. tutt'altro accadrebbe se si sanzionasse giuridicamente anche altre forme di unione come la convivenza, non importa in che modo qualificata...

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e questo ti spiega l'esigenza giuridica delle unioni civili, come soluzione transitoria in attesa di rivedere la nozione di matrimonio, includendovi anche coppie di tipo diverso;
si. questo si.

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quindi la legge ha la necessità di fare ordine e disciplinare lo status di aggregazioni diverse dalla condivisione di un appartamento tra studenti fuorisede, e in cui vi sia un particolare tratto di affidamento reciproco e sorga la necessità di tutelare questo affidamento, come valore sociale.
la necessità credo, prima che legislativa dovrebbe essere "sociale". che una buona volta il diritto intervenisse per "sancire" con legge la realtà delle cose. una realtà che si fa finta di non vedere...