Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
si. diciamo che uno studente normale e privo di conoscenze, di nozioni di ideologia politica, che intenda studiare la costituzione, la domanda sulle idee sottese al testo della Carta non se le pone nemmeno. si parla di gente di vent'anni. insomma se non sei un leopardi o un baldassarre certe riflessioni richiedono tempo, età e maturità (ovviamente parlo per me).
oppure buone scuole superiori, in cui si insegnano storia ed educazione civica;

intanto lo svuotamento ha avuto conseguenze negative. come il subordinare il matrimonio civile, nella realtà, agli umori di coppie sprovvedute o alle richieste della propria adesione politica. il che non giova ai costumi, alla cultura di un popolo e alle esigenze sovrastanti gli impulsi istintuali di uomini e donne senza coscienza civica. anzi proprio senza coscienza...
ma che c'entra la coscienza civica ?
vedi, qui confondi le tue personali opinioni "morali" col senso di un ordinamento che esplicitamente considera la questione "matrimonio" come esclusivamente privata; puoi dispiacerti, ma non considerarlo un "errore", visto che si tratta di un postulato intenzionale: ti sposi con chi ti pare, se vuoi e finché vuoi, perché l'ordinamento - fatte salve le tutele del caso - non ritiene di pubblico rilievo le tue scelte private, dominio riservato del tuo diritto alla libertà personale;

come fraintende anche Cono, lo stato liberal-democratico esclude la promozione di finalità etiche determinate, i costumi, ecc... anzi, esso nasce esattamente come prodotto della limitazione dello stato stesso, seppure con una necessaria limitazione di alcune libertà, che diventano facoltà, per garantire l'ordine pubblico; es.: se vuoi guidare, devi conseguire la patente; se vuoi commerciare, la licenza, ecc... ma se vuoi avere una vita affettiva nessuno può vincolarti, entro il limite della maggiore età e del consenso;

si. occorre però intendersi sul come l'attitudine al trasmettere educazione si concreti nella realtà. il che è tutto dire. ci sono e ci sono stati uomini che pensano alla violenza sulle donne come educazione, ad es.
non sto parlando dei contenuti, ma del fatto che l'essere umano è necessariamente "culturale", perché le sue azioni sono in ogni caso mediate da una cultura qualsiasi, per qualsiasi comportamento rilevante; a meno di trovarsi di fronte all'uomo-lupo, nessuna persona potrebbe rubare o uccidere ignorando la circostanza che la società lo giudicherà, perché al momento di essere autonomo, più o meno autosufficiente, avrà necessariamente assimilato una cultura sociale, buona o cattiva, su "come si sta al mondo";

mah. io penso che di leggi ce ne siano a sufficienza. quello che manca è l'uomo: se vuoi un mondo migliore devi intervenire sull'individuo. o con i natali, come si dice a destra. o con l'educazione, come dicono i comunisti. il resto a mio parere lascia il tempo che trova.
se credi; ma poi bisogna vedere quale educazione e quali "natali"; potremmo non essere d'accordo e farci la guerra, perché questo succede; per questo motivo, le democrazie lasciano libertà di educazione e natali ugualitari; contestare questo principio si può; ma poi, per coerenza, si deve essere disposti a contemplare il proprio annichilimento, come nel paradosso dell'intolleranza di Popper:
se io sono pluralista, ma tu non ti accontenti del tuo spazio e vuoi approfittare del pluralismo per abolirlo e instaurare un tuo totalitarismo, io sono autorizzato ad eliminarti, perché altrimenti non proteggerei il pluralismo, che non può essere per questo motivo assoluto;


si. ok errore mio. però da quanto scrivi mi pare che la politica del tempo e i suoi movimenti e risvolti non vadano oltre un quadro nel quale il pci fa cmq. sia opposizione, la dc tenta di pararsi il culo perché se non il vaticano rompe i cc.dd. e gli altri a fare ostruzione in parlamento perché i voti sono pochi. insomma pur essendo la situazione abbastanza problematica e complessa, resta il fatto che il referendum fu espressione (anche se negativa) di un diffuso sentimento popolare...ovviamente a favore del divorzio.
più che altro, il referendum - che sarebbe stato evitabile, non necessario - fu il risultato di una diffusa incapacità della parte più arretrata dei dirigenti di quel paese - tanto a destra, quanto a sinistra - di capire l'enorme portato del desiderio diffuso;

cioè, sia i fanfaniani cattolici, sia tanti comunisti conservatori, ragionavano per loro astrazioni ideologiche e moralistiche, ignorando i sentimenti diffusi e le aspettative di modernità delle persone; questa tendenza è proseguita per molti anni: il PCI non ha capito la domanda di benessere diffuso a cavallo degli anni 80, e poi il follow-up di quel sentimento negli anni '90, che ha prodotto Berlusconi, il desiderio di successo, di affluenza economica, ecc...

al contrario dei furbi e pragmatici cattolici, un po' conservatori e un po' ipocriti, a seconda delle convenienze, i comunisti ed epigoni, per cultura orfani della religione istituzionale, si sono sempre un po' atteggiati a preti moralizzatori sul pulpito, e sono stati giustamente bastonati perché non capivano i desideri autentici delle persone, che bollavano come immorali, egoistici, ecc...
se una persona vuole più soldi o consumi, o meno immigrati, puoi anche pensare che sbagli, magari a ragione; ma non puoi ignorare paure e speranze autentiche, perché poi finisci bastonato alle urne.