Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
Ogni ateo ha la propria storia: chi lo è da sempre perché non ha mai ricevuto un’educazione religiosa, chi l’ha ricevuta blanda e diventa ateo senza strappi dopo aver riflettuto, chi perde la fede per reazione a una religiosità infantile opprimente. Questo è il caso di Ken Follett, di cui EDB ha appena pubblicato «Cattiva fede».

Cresciuto in una famiglia di rigorosa osservanza puritana, dove ha subito la demonizzazione di ogni godimento fisico o intellettuale perché fonte di «piacere», dove gli è stata insegnata l’interpretazione letterale della Bibbia di re Giacomo, dove ha rinunciato a ogni interazione sociale al di fuori della settucola familiare. Proprio un bell’ambientino. Ma si sa: niente porta alla ribellione come la costrizione. Perciò Follett crescendo si emancipa, studia filosofia, si spalanca al mondo. E diventa ateo. Di più: un ateo arrabbiato, come reazione alle occasioni perdute durante la giovinezza. Poi però, raggiunta la mezza età, ci ripensa. Resta ateo, ma non praticante. Riscopre una certa spiritualità e ammette: «Andare in chiesa mi piace. Andare in chiesa consola la mia anima».

E' un percorso comune a molti: praticare una religione, poi abbandonare la religione e diventare ateo e, infine, aprirsi alla "spiritualità".
Religione e Spiritualità, infatti, sono concetti diversissimi.
La Spiritualità è uno "spazio aperto"....tutto da riempire.
Uno spazio vuoto, immenso, fatto di inconoscibile, uno spazio che fa paura. Per questo senti il bisogno di chi ti indichi il cammino, magari facendo la strada insieme a te, come un saggio Virgilio che ti accompagna per strade mai percorse. Ma Dante inoltrandosi per l'Oltretomba vedeva e aveva conoscenza PERSONALMENTE dell'Aldilà. L'essere sperduto nel mondo non accumula alcuna conoscenza in modo personale, esperienziale, ma acquisisce un presunto sapere tramite qualcuno che lo "supposta" e a suppostare è adibito. Crede perché ha bisogno di credere, non perché ha provato di persona tramite un percorso accidentato dove a poco a poco ha potuto accumulare conoscenza. Come diceva Huxley, " L'esperienza non è ciò che accade a un uomo, ma ciò che un uomo fa utilizzando ciò che gli accade".