Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
allora. è inutile ripeterti che abbiamo in italia una storia "patria" che non può prescindere dalla necessaria correlazione o se preferisci, convivenza con determinate "istituzioni" a carattere religioso. nella fattispecie, il cattolicesimo. quest'ultimo come sai c'era ben prima del risorgimento, con tutto quello che ne consegue. se poi hai intenzione di mutare, dall'oggi al domani, le abitudini, le credenze e i comportamenti, consapevoli o inconsapevoli che siano, della gran parte dei cittadini di uno stato, come quello italiano, allora devi fare quello che nazismo e comunismo fecero in germania dal 1933 al 1989. conviene?
le cose sono già cambiate e cambiano continuamente; ad ogni modo, qui si tratta di alcuni contesti, ben delimitati; peraltro, c'è tutta una corrente cattolica importante che per prima ritiene blasfemo l'uso del crocifisso in contesti inpropri;

allora. perché fosse come dici tu, sarebbe necessario che alla chiesa cattolica venissero restituite tutte le proprietà che le furono sottratte al tempo della presa di roma. ma poiché ciò non è stato, e poiché la chiesa ha accettato di perdere quelle proprietà a tuo favore, allora tu stato devi accettare una certa ingerenza delle autorità ecclesiastiche nel tuo territorio.
ma per carità... e in base a quale diritto ?

non è stata politicamente discussa per il fatto stesso che esiste già una regolamentazione, che è contenuta nel trattato lateranense, e che è tendenzialmente esaustiva della questione. se poi lo stato italiano volesse modificare qualcosa, allora dovrebbe modificare con legge, e in senso congruente, le disposizioni dei patti, cioè del trattato. se fino ad oggi non lo ha fatto, è perché probabilmente le cose vanno bene così come sono.
ovvio che c'è un elemento inerziale; ma i Patti lateranensi regolano i rapporti tra stato e Chiesa, non quelli tra stato e cittadini; e la questione riguarda questo secondo ambito, dal momento che alla Chiesa non è riconosciuta alcuna voce particolare e alcun pregio dall'ordinamento; è un'associazione privata, in rapporto organico con uno stato straniero; l'oggetto di attenzione è la libertà individuale di culto di un gran numero di cittadini;

allora. vale come tu mi insegni il principio di effettività. e anche quello per cui la legge segue sempre la realtà. ossia se io ho una maggioranza popolare che si riconosce nel cristianesimo cattolico, ho la necessità, in quanto legislatore, di tenerne conto attraverso una legge.
infatti, ciò avviene a livello fiscale, di conservazione delle chiese, di tutela dell'ordine pubblico; non può in nessun modo avvenire in termini di violazione dei principi fondamentali, per cui la religione è irrilevante per lo stato e non può dar luogo a trattamenti di favore;

figli naturali e coppie di fatto furono per la prima volta disciplinati nel codice civile che non a caso è del '42. sempre però sulla base della precedente regolamentazione dei rapporti stato/chiesa cattolica. se i cattolici non avessero dato, a livello apicale, il loro benestare, a quest'ora io e te staremmo ancora a questionare sul diritto di famiglia. e ti dirò: si deve ad una scelta dei cattolici anche la successiva "riforma" del diritto di famiglia che se non erro risale almeno alla metà degli anni '70.
1975; ma è un portato forzoso dei principi costituzionali, come dicevo; tutto l'iter dimostra l'illegittimità "di diritto" della disciplina precedente, nel senso della sua non conformità al dettato costituzionale; questo solo per mostrare come legge e principi possano divergere, ed è la prima a soccombere;

le ferie sono una cosa. le festività sono altra cosa. credo si parlasse di queste ultime. poi le ferie se le prendono anche gli autonomi, gli imprenditori individuali ecc. non vedo il problema.
io ho citato le ferie, come esempio di diritto indisponibile;

no. quelli sono i parametri costituzionali. i principi fondamentali sono "immodificabili", per il fatto stesso che rappresentano la "struttura fondamentale" dell'entità statale. insomma ne costituiscono il fondamento "indefettibile". non so se mi spiego.
aa fortiori un principio delimiterà ciò che la legge può fare, no ?



ah si. quindi esiste una legge che prescrive determinati simboli. non però quello cristiano. scusa, senza che per sforzo ti venga "l'ernia" potresti per favore citarmene "gli estremi"?
ora no, non ho tempo; trovatela sul web; l'esposizione dei simboli della repubblica è certamente disposta da legge o regolamento per gli uffici dei dirigenti, credo dal 9° livello;
quanto al matrimonio, vai sul sicuro. è più difficile che un matrimonio sia sciolto dalla "sacra rota" che dallo stato.
resta che se la Rota scioglie non vale per lo stato; cioè, la disciplina ecclesiastica non produce effetti civili, se non in rari e tassativi casi per i quali lo stato ritiene di devolvere alcune attribuzioni funzionali, in analogia alla disciplina del matrimonio concordatario;

quale costrutto?
il senso della Cost e dell'ordinamento italiano in materia di religione e questioni accessorie;

la questione è ovviamente un puntiglio. che ci sia o che non ci sia, il crocefisso, come ho detto anche a cono, è nella coscienza, nello spirito di un popolo, di una nazione. ho cercato di spiegarti una delle tante valenze semantiche del simbolo. tu l'hai ritenuta "irrilevante" probabilmente perché non sei mai stato imputato in un processo, perché non ti sei mai ammalato di tumore ecc. quello che non mi stancherò mai di dire è che alla base di certe osservazioni ci dovrebbe essere una discreta quantità di esperienza. che tu evidentemente non hai. altrimenti credo che non parleresti in questo modo.
il discorso di potrebbe ribaltare: tu non sei mai stato musulmano imputato in un processo e timoroso di essere perseguito ingiustamente da un'autorità che esibisca simboli ostili;
chi vuole, si porta rosari e crocifissi dove crede; ma esistono anche tantissime persone per le quali la presenza di quel simbolo in luogo istituzionale è emblema di oppressione ideologica clericale, e non simbolo evangelico;
e, in effetti, a giudicare dal tenore della controversia, con tanti "atei bigotti" che intendono esattamente qui simboli non come propriamente religiosi, ma di identità spolitica surrettizia e mistificatoria - la Chiesa "cattolica" è universalista, non pone differenze di cultura, etnia o altro - è evidente il senso esclusivista e conservatore, tutto politico della questione; i post di Turbociclo illustrano perfettamente il profilo;

ci possono essere tutte queste cose. ma se non hai una quantità di persone che riconoscono la autorità statale e si comportano di conseguenza, come pensi che possa funzionare il "settore pubblico" in tutte le sue diramazioni? se lo stato non avesse implorato l'appoggio del cattolicesimo, probabilmente a quest'ora ci sarebbe garrone a fare la parte dell'eroe, pinocchio col cappello di carta a millantare ecc. queste realtà sono non più attuali perché stato e chiesa si sono fatte reciproche concessioni. una delle quali è appunto il simbolo.
opinione tua, legittima; ma la Cost dice altro;

[quote]anche oggi il cattolicesimo, in base alla "costituzionalizzazione" dei patti, si può dire "religione di stato". poi ci sono i culti "ammessi" tra cui i valdesi, e questo non cambia la situazione.
ma proprio no; questo è uno stato di fantasia, tutto tuo; la religione di stato c'era durante il Fascismo; forse nel pensier ti fingi in quell'epoca, ma l'ordinamento italiano si basa su tutt'altri principi.



si. allora mi ci sarebbe voluto "un mese" per laurearmi e non starei qua, dopo 15 anni a chiedere la tesi a destra e a manca. il diritto è qualcosa di più complesso della teoria kelseniana della "grundnorm". abbi pazienza.