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Discussione: Picchiare anziani e bambini

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  1. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    guarda che qui ad avere le idee confuse sei tu:
    le guerre di religione si sono dipanate tra il 1520 e il 1648 nell'ambito dell'Impero Austro-spagnolo e, come faide interne tra fazioni, in Francia e Gran Bretagna, con strascichi protrattisi nel conflitto tra la casa Stuart e i puritani, fino all'avvento degli Orange-Nassau; le Province Unite olandesi erano una porzione dell'impero, così come la Boemia e tutti i principati tedeschi del nord, i cui principi avevano aderito alla riforma; l'unico esempio di guerra tra stati sovrani a contenuto vagamente religioso è stata quella tra la Spagna di Filippo II e l'Inghilterra di Elisabetta; ma, anche in quel caso si trattava di politica di potenza e confronto di legittimità dinastica, vista l'alleanza e parentela dei cattolici Stuart di Scozia, pretendenti, con gli spagnoli;

    ti ripeto che a quell'epoca si parla già di stati nazionali assoluti. il medioevo e le crociate, che io considero a tutti gli effetti guerre di religione, erano storia ormai passata. ripeto anche che vi possono essere come tu dici strascichi di guerre e lutti passati, ma queste per come la vedo io sono solo il pretesto. durante l'epoca degli stati nazionali non c'entra il ricordo dei lutti, che non sono più ricordati in ottemperanza a un nuovo "ordine" che si fonda sul confronto, a livello internazionale, dei soli interessi dinastici. ripeto: ciò che aveva animato le crociate, sia papali che principesche (o cmq "monarchiche) non c'è più. insomma siamo già nella "modernità".
    tuttavia mentre le dinastie badavano ai propri interessi al trono, con una sfasatura tra realtà e politica, i poveri cristi ancora cercavano vendetta ai propri lutti.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    sei confuso pure qui, forse perché l'esame è lontano; non è che l'autorità non accetta limitazioni, che non vuol dire nulla; essa deve esercitare il controllo effettivo di una porzione di territorio nelle forme e modi tipici dell'autorità, col monopolio della forza, l'esercizio della giustizia, la normazione, ecc...

    l'autorità statale non accetta limitazioni per quanto riguarda la sua propria presenza e il suo potere su di un determinato territorio. clausewitz che tu dovresti conoscere affermava, e non era il primo a farlo, che l'unico modo di esercitare la giustizia nei conflitti tra autorità statali equipollenti quanto a potere è la guerra. non lo disse lui per primo; non sono io il primo a dirlo.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    e il riconoscimento da parte di altri stati non ha alcun rilievo costitutivo della personalità di uno stato; è solo un atto politico; se tutti gli stati del mondo riconoscessero, che so, la Catalogna come stato sovrano, ma il potere in quella regione fosse esercitato dalle autorità di Madrid, nessuna prerogativa sovrana potrebbe essere esercitata a Barcellona, nessuna garanzia ai cittadini, contratti, rapporti bilaterali e multilaterali, per mancanza di effettività;

    è vero anche il contrario. se una determinata organizzazione statale esercita un potere effettivo su un certo territorio (penso a cuba o taiwan) ma non viene riconosciuto dalla comunità internazionale, si pone lo stesso problema a condizioni invertite. il principio però è lo stesso.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    al contrario, se tutta la comunità internazionale decidesse domattina di disconoscere gli Stati Uniti, quelli resterebbero lì, coi loro confini, spazi aerei e marittimi, unità militari, rapporti vigenti, effettività, con cui fare comunque i conti e negoziare, in caso di relazioni di qualsiasi tipo; se hai un conflitto di ordine pattizio, economico, strategico, ecc... è a quell'autorità che devi fare riferimento; e anche in caso di guerra, se quell'autorità rispetta le convenzioni - per es. , sui prigionieri - non puoi unilateralmente trattarla da terrorista perché politicamente non vuoi riconoscerne la legittimità; non so se mi spiego...

    si. se parli di uno stato che quanto a potere militare ed economico può permettersi di condizionare le decisioni della comunità internazionale, allora il discorso cambia. però è vero ti ripeto anche il contrario. cioè se fossero gli usa a non riconoscere un certo stato in base al principio di effettività, che da solo non è dirimente, allora la c.i. dovrebbe adeguarsi di conseguenza. ciò dimostra che in fin dei conti e nonostante un wilson, i rapporti internazionali si fondano anziché sul principio di effettività, sulla forza militare ed economica che in definitiva conta nel portare soluzione ad ogni conflitto.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    fraintendi politica con diritto; non c'entra nulla con la soggettività giuridica di uno stato; anche perché il diritto internazionale è pattizio, analogamente a quello privato e le autorità multilaterali in effetti non sono entità realmente sovraordinate, capaci di imporsi ai membri ope legis;
    si. però fatta la legge trovato l'inganno, come si dice. i patti vigono finché non sono smentiti dai fatti, come ti dicevo. non è per fare il charlie brown, ma sta di fatto che la logica internazionale non può prescindere dall'uso della forza, la storia la scrivono solo e sempre i vincitori, a livello internazionale la morale non conta, ecc.
    Ultima modifica di sandor; 19-03-2019 alle 07:44

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