ti ripeto che a quell'epoca si parla già di stati nazionali assoluti. il medioevo e le crociate, che io considero a tutti gli effetti guerre di religione, erano storia ormai passata. ripeto anche che vi possono essere come tu dici strascichi di guerre e lutti passati, ma queste per come la vedo io sono solo il pretesto. durante l'epoca degli stati nazionali non c'entra il ricordo dei lutti, che non sono più ricordati in ottemperanza a un nuovo "ordine" che si fonda sul confronto, a livello internazionale, dei soli interessi dinastici. ripeto: ciò che aveva animato le crociate, sia papali che principesche (o cmq "monarchiche) non c'è più. insomma siamo già nella "modernità".
tuttavia mentre le dinastie badavano ai propri interessi al trono, con una sfasatura tra realtà e politica, i poveri cristi ancora cercavano vendetta ai propri lutti.
l'autorità statale non accetta limitazioni per quanto riguarda la sua propria presenza e il suo potere su di un determinato territorio. clausewitz che tu dovresti conoscere affermava, e non era il primo a farlo, che l'unico modo di esercitare la giustizia nei conflitti tra autorità statali equipollenti quanto a potere è la guerra. non lo disse lui per primo; non sono io il primo a dirlo.
è vero anche il contrario. se una determinata organizzazione statale esercita un potere effettivo su un certo territorio (penso a cuba o taiwan) ma non viene riconosciuto dalla comunità internazionale, si pone lo stesso problema a condizioni invertite. il principio però è lo stesso.
si. se parli di uno stato che quanto a potere militare ed economico può permettersi di condizionare le decisioni della comunità internazionale, allora il discorso cambia. però è vero ti ripeto anche il contrario. cioè se fossero gli usa a non riconoscere un certo stato in base al principio di effettività, che da solo non è dirimente, allora la c.i. dovrebbe adeguarsi di conseguenza. ciò dimostra che in fin dei conti e nonostante un wilson, i rapporti internazionali si fondano anziché sul principio di effettività, sulla forza militare ed economica che in definitiva conta nel portare soluzione ad ogni conflitto.
si. però fatta la legge trovato l'inganno, come si dice. i patti vigono finché non sono smentiti dai fatti, come ti dicevo. non è per fare il charlie brown, ma sta di fatto che la logica internazionale non può prescindere dall'uso della forza, la storia la scrivono solo e sempre i vincitori, a livello internazionale la morale non conta, ecc.