axe, hai ragione tu. però mi viene da dirti che premiare il merito al giorno d'oggi non paga. metti caso che si decidesse a livello legislativo di premiare oltre che lo studio anche le capacità intellettive e "fisiche" degli universitari. cosa accadrebbe? accadrebbe che ci sarebbero moltissimi "cadaveri" di studenti poco intelligenti o inadatti fisicamente a reggere quelle quantità di stress fisico e mentale che ad es. i manager sono allenati a sopportare. so di gente che è morta giovanissima perché la "vita" gli è andata contro. se rifletti a questo comprendi che è meglio tirare a campare coi laureati "ignoranti" e "raccomandati" piuttosto che dare la svolta in un settore già in crisi di suo, e con i suoi "morti" a cui rendere conto.
allora, è molto semplice, o almeno io la vedo così: se non v'è merito non v'è selezione. tuttavia ti ripeto: se la selezione vuol dire affrontare la morte allora si verificherebbe una strage per ogni corso di laurea. e non mi pare il caso. è più giusto, credo, che i ventenni si godano la vita e che solo coloro che lo meritano davvero - per "naturale selezione" - abbiano un riscontro. te la dico meglio con una domanda: accetteresti, se fossi un attore, mettiamo hollywoodiano, di ricevere l'oscar però prima "perdendo" dieci anni di vita?
merito significa tante cose. per come stiamo messi a livello di salute complessiva della popolazione il merito, se rigorosamente perseguito, comporterebbe un cimitero più "frequentato" del verano. quello che vorrei sarebbe una categorizzazione dei tipi umani per capire chi possa frequentare una università e chi debba come si dice, andare a zappare. insomma un tipo di selezione a priori e realmente utile.