Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
il principio di effettività è esattamente quello della forza, militare e politica; ti basti pensare al potere di veto dei membri permanenti del CdS UN - cioè il foro multilaterale teoricamente depositario della maggior forza cogente - e della stessa difformità di valore che vi si è espressa: quando nel 56 ci fu la crisi di Suez, Francia e GB erano membri, ma nulla potettero di fronte al diktat congiunto di americani e sovietici;
no. il principio attiene alle questioni di legittimazione "interna" di una qualsiasi autorità che manifesti il proprio potere su un determinato popolo e un altrettanto determinato territorio. non c'entrano le situazioni esterne che, per quanto in maniera sempre soggetta a revisione, sono regolate da convenzioni.

Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
appunto, quello che ho ripetuto: la forza è l'effettività, l'unico elemento costitutivo di soggettività, a prescindere dal riconoscimento di pretese "autorità"; e così è stato in occasione delle guerre di religione: il papa disconosceva, scomunicava, e quelli facevano lo stesso; Enrico VIII si è sposato sei volte e ha fatto un gran pernacchione alla scomunica, benché volesse restare devoto; la figlia ha semplicemente formalizzato lo scardinamento del sistema, e questo è divenuto effettivo; valle a dire qualcosa... ci ha provato Filippo, e gli è andata male;
enrico VIII era un "ritardato" che sfruttò una serie di circostanze favorevoli per accrescere il proprio potere. poi: all'epoca esistevano "regole" tali per cui se qualcuno volesse diventare capo della chiesa, anzi meglio: religione, del proprio paese dovrebbe pagarne i costi in termini di salute: fisica mentale e spirituale. dici che uccise le proprie mogli. si, probabilmente lo sforzo per diventare papa in Inghilterra, ne minò la salute mentale. e non sarebbe una novità. penso a certi imperatori di roma.

Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
se tu sei in guerra con uno stato che non riconosci, ma quello garantisce lo status ai tuoi prigionieri, si atteggia a stato esercitando funzioni sovrane, non puoi in nessun modo negare la circostanza; se vuoi scambiare i prigionieri, o, per dire, garantire ai tuoi il ricevimento di posta, vettovaglie, assistenza, devi riconoscere di fatto quell'autorità come garante, trattare; che è, all'inverso, il problema politico che si è sempre posto alle autorità ricattate da gruppi terroristi, sia di natura meramente politica, sia etnico-nazionale; perché la procedura interna allo stato nell'eventuale trattativa, implica, o può implicare atti che, pur non implicando il riconoscimento politico - questione distinta - vanno a configurare una soggettività di fatto che lo stato stesso vuol negare all'interlocutore, quale rappresentante "autentico" di interessi individuati; cioè, se io tratto con le BR che si autoproclamano rappresentanti di una volontà popolare posso porli su un piano sovversivo, riconoscerne le azioni come potenziali fonti-atto di un nuovo soggetto; idem per le organizzazioni curde, per quelle palestinesi o per il parlamento catalano; mentre è diverso nei casi inversi di entità pre-esistenti e unite, come la Scozia, che avrebbe in origine una soggettività distinta, successivamente compressa, che però tornerebbe a pieno titolo in caso di dissoluzione del regno Unito, senza necessità di costituirne una ex-novo.
ti ricordo soltanto che le organizzazioni che hai citato non possono essere considerate stati a tutti gli effetti, se per stato intendiamo un potere esercitato da una entità sentita dal popolo come legittima che esplica il predetto potere su un determinato territorio.